Salvare il mondo è necessario ed è un atto che non possiamo più rimandare. Questo è il messaggio contenuto ne “Le ragazze salveranno il mondo. Da Rachel Carson a Greta Thunberg: un secolo di lotta per la difesa dell’ambiente” (ed.People 2020). L’autrice è Annalisa Corrado, portavoce di Green Italia e responsabile dei progetti innovativi Esco e Azzero. Dal 2007 si occupa delle attività tecniche della Onlus Kyoto Club.
Le ragazze salveranno il mondo. Come nasce l’idea di questo romanzo e di questo titolo così emblematico?
Tutto nasce da una particolare passione per Greta Thunberg, che ho seguito fin dai primi tempi con crescente interesse. La sua storia è poi divenuta oggetto del libro “Seguendo Greta” di Giuseppe Civati, di cui ho curato la prefazione. Ci era evidente che le idee di questa giovane attivista non fossero nuove, poiché professate da almeno trent’anni nel mondo dell’ecologia, ma che, piuttosto, la cosa sbalorditiva risiedesse nel suo modo di comunicare diretto, nella sua testimonianza plastica ed estrema. Ragionando sul fatto che anche altre donne pensavano la battaglia in modo così radicale ed esprimevano da anni il loro pensiero in modo così chiaro, piano piano sono emerse le altre figure.
La caratteristica comune alle protagoniste del mio romanzo è la capacità di comunicare concetti complessi in maniera semplice, è il talento di esercitare una leadership inclusiva, partecipativa e mai arrogante. E’ communis opinio che la storia, anche quella ecologista, venga scritta da personaggi maschili. Con il mio libro voglio far emergere alcune tra le più importanti figure femminili dell’ecologismo, affiancandole a quelle più recenti.
Qual è il filo rosso che collega tra loro le vite di queste straordinarie donne nella lotta per l’ambiente?
Rachel Carson, Wangari Maathai, Greta Thunberg, Alexandria Ocasio-Cortez e Jane Fonda. Nell’ analizzare queste figure sono emersi aspetti diversi del carattere di ognuna. Secondo Rachel Carson le donne rappresentano l’equilibrio perfetto tra intelletto ed emozione. L’emotività è un humus nel quale i concetti intellettuali si solidificano. L’aggancio emotivo non rende una persona più fragile, ma più credibile agli occhi delle persone che si vogliono rappresentare. Wangari Maathai non ha espresso alle donne keniote teorie complicate, ma si è messa al loro fianco. Ha risolto i problemi delle persone in modo concreto, fondendo la battaglia per l’ambiente con quella per i diritti civili e per la democrazia. Aoc e Greta sono giovani, utilizzano un linguaggio semplice, diretto, ma allo stesso tempo preciso e scientifico. Ricorrono ai social per fortificare il loro messaggio, ma non in modo manipolatorio, bensì onesto. Greta poi è stata fonte di ispirazione per Jane Seymour Fonda. A 81 anni ha deciso di intensificare come mai prima il suo attivismo e di fare la sua parte, protestando contro il cambiamento climatico. Lei ci dimostra che il futuro non è solo nelle mani dei più giovani, ma di ognuno di noi.
Tutte loro hanno ricevuto e ricevono tuttora attacchi fortissimi da parte dell’opinione pubblica, non solo in quanto portatrici di idee, ma in quanto donne. Ogni capitolo del libro infatti inizia con degli insulti che hanno ricevuto, perché tutte condividono questo tipo di gogna. La loro forza sta anche nel non arrendersi di fronte a queste aggressioni così potenti e meschine. Continuano a tramandare e coltivare il loro messaggio che come un fiore si apre e si moltiplica.
Questo libro è fondamentale per ognuno di noi, perché costituisce una lezione di coraggio e rispetto. Crede che sia importante diffondere questo messaggio soprattutto tra i più giovani, partendo da una maggiore “educazione alla sensibilizzazione” fin dall’infanzia?
Sicuramente sì. Questo libro è pensato per tutti, per una fruizione da parte di grandi e piccini. Ma la notizia bellissima e inaspettata è stata che molti giovanissimi l’hanno letto, apprezzato. Si tratta di un traguardo importante, perché ecologismo e femminismo sono temi a mio avviso saldanti, che possono attecchire profondamente se proposti in giovane età. Il femminile è una qualità che appartiene a tutte le persone, maschi o femmine che siano. La battaglia per la parità di genere, come quella ecologista, dev’essere intergenerazionale, trasversale, capace di portare a un risveglio collettivo. I meccanismi malati della nostra società agiscono come una macchina del fango, tendono ad annientare la donna in quanto tale. Tant’è che purtroppo molte abbandonano precocemente le proprie passioni, perché diventa estenuante opporsi al modello maschilista predominante nel Paese. La chiave della lotta sta proprio nel riscoprirsi in rete, capaci di attivarsi, capaci di incidere. Ogni donna ha una ragazza ribelle dentro, una Greta, una Jane o una Wangari. Il mio vuole essere oltre che un libro una medicina (che ha curato in primo luogo me stessa), una chiave per ritrovare e rinnovare la nostra energia, in ogni momento della nostra vita.