Tra le persone che sicuramente dovresti conoscere non può mancare Eleonora Soria, una ragazza che ha deciso di lasciare la sua vita qui in Italia e trasferirsi in Australia.
Eleonora è una ragazza come tante di ventidue anni che, dopo il liceo e un periodo di studi grafici, ha deciso di iniziare a lavorare. Appena ne ha avuto l’occasione si è trasferita in Australia, per la precisione a Melbourne, e ora si trova lì con la sua nuova vita tutta da scoprire.
Sicuramente la sua esperienza potrebbe aiutare altri che, come lei, hanno voglia di scoprire il mondo scoprendo anche se stessi.
In questa intervista ho cercato di porle alcune domande molto tecniche per capire come muoversi e cosa fare, per poi passare ad altre più personali.
Iniziamo con la domanda delle domande: perché proprio l’Australia?
L’Australia è un paese tutto da scoprire: con le sue vaste distese naturali che si uniscono ai panorami antropici offre una visione di quella che è da sempre la battaglia tra uomo e natura. È dall’altra parte del mondo ed è una terra che ci sembra tanto vicina quanto lontana. Questo paese, insieme a Canada e Nuova Zelanda, è uno dei pochi che ti offre la possibilità di avere quello che si chiama Working Holiday Visa, ovvero un visto che ti consente sia di viaggiare che di lavorare.
Come funziona questo visto?
Il visto ha validità di un anno e si può rinnovare dopo tre mesi se si lavora nel settore Farm, quello che noi chiameremmo lavoro stagionale. Soltanto chi lavora in questo settore -senza limiti di territori o coltivazioni, perché basta lavorare nella natura- può rinnovarlo e farlo durare due anni o tre, a seconda del tempo speso nelle coltivazioni. Il visto prevede la possibilità di lavorare per un massimo di sei mesi dallo stesso datore di lavoro oppure di viaggiare senza limiti per tutta la sua durata. Esso entra in vigore nel momento in cui si atterra in Australia. Alle volte i datori di lavoro non ti assumono a causa di questo visto, proprio per la sua esigua durata.
Da dove si può prendere questo visto?
Comodamente dal sito del governo australiano, previa compilazione e risposta ad alcune domande.
Quali documenti occorrono?
A parte il visto, serve il passaporto e, volendo, la patente di guida che si può prendere in loco oppure si richiede quella internazionale in Italia recandosi in un’agenzia di assicurazione.
A tal proposito, come funziona l’assicurazione?
Se si proviene dall’Italia, si ha diritto a sei mesi di Medicare: è un’assicurazione che copre ospedali e alcuni medici privati, ma non l’ambulanza. Infatti, bisogna pagare un abbonamento annuale di 40$ (circa 22 €) per non dover pagare prezzi salati in caso di necessità di un trasporto in ospedale. Per avere l’assicurazione completa, basta uscire dall’Australia il giorno prima della scadenza e rientrare. Di norma si prende un volo per la Nuova Zelanda o per Bali. A casa arriva una tessera che attesta l’attivazione di questa assicurazione e va sempre portata con sé.
Quali sono stati i principali canali di informazione utilizzati?
Internet è stato molto utile. Tra i tanti siti che ci sono, http://www.justaustralia.it/ è quello più utile: è un sito italiano per chi vuole andare in Australia, che ha sedi fisiche a Melbourne, Sydney e Milano. Qui si trovano informazioni per qualsiasi dubbio e/o esigenza.
Cosa fare una volta scesi dall’aereo?
Sicuramente una sim locale per poter avere accesso ad internet e poi trovare un taxi o un Uber per recarsi dove si deve andare.
Di solito cosa si fa i primi giorni di arrivo?
Normalmente, ci si reca in un ostello prenotato precedentemente, dopodiché si cerca di ambientarsi e, infine, si va a cerare lavoro -come nel mio caso- oppure si viaggia liberamente.
A quali strutture ti sei appoggiata e per quanto tempo?
Mi sono appoggiata ad un ostello in centro (Russell Street, per la precisione) per cercare di ambientarmi e iniziare a capire questa grande città. Successivamente sono stata per tre settimane in un sobborgo, Brunswick, un quartiere artistico e alternativo, sempre in un ostello dove mi hanno aiutata a compilare il curriculum. Infatti quest’ultimo era già improntato ad aiutare chi cerca lavoro e a dare dei consigli su come trovarlo qui in Australia.
Dove vivi ora?
Ho trovato una casa in affitto non molto distante dal centro di Melbourne.
Come funzionano gli affitti?
Dato che le case costano molto e lo stesso tenore di vita è molto costoso, si affittano delle camere e si vive insieme ad altre persone. Qui non esiste il concetto di monolocale, proprio a causa del prezzo che normalmente hanno le case e quindi si punta sull’affitto di una stanza in una casa, magari grande, con sconosciuti. Gli appartamenti si trovano con Flatmates (https://www.flatmatefinders.com.au/): si organizzano delle visite e si paga una caparra che conferma l’appartamento. Successivamente ci si trasferisce e si paga l’affitto mensilmente, ma i prezzi sono calcolati a settimana.
Si ha una qualche tessera/abbonamento per i trasporti?
Sì, infatti all’affitto delle camere va aggiunta proprio la questione dei trasporti: se vivi in una zona del centro, il tram è completamente gratuito, mentre, se vivi in una zona più lontana, bisogna pagare anche i mezzi. E qui i prezzi sono molto alti, infatti, normalmente, si sceglie di vivere proprio in zone strategiche per essere comodi su tutti i punti di vista. Si ha una tessera Myki su cui si può caricare un abbonamento mensile oppure pagare le singole corse quando si esce dalla propria zona.
Quali erano, o quali sono, i tuoi obiettivi?
Tra i tanti che mi sono prefissata, il motore da cui tutto ha avuto origine è stato il cambio di stile di vita che volevo fare: non sopportavo più la routine, sapevo che si poteva fare un’esperienza simile proprio in Australia e mi sono detta :“Perché non tentate?” e così ho prenotato un volo di sola andata. I miei obiettivi principali continuano a rimanere il lavoro e il viaggio: sto cercando di mettere qualcosa da parte per poter visitare bene gran parte di questo paese.
Insomma, vorresti unire l’utile al dilettevole, giusto?
Sì, come diceva Lucrezio: miscere utile dulci
E qual è stata la percezione che hai avuto di Melbourne?
All’inizio ero molto spaesata. Io provengo da un piccolo paese in Piemonte, quindi tutto era nuovo e soprattutto tutto era una nuova scoperta. Mi sono subito resa conto della vastità del luogo: quando ero in volo, abbiamo sorvolato per ore un’intera distesa di terra rossa e non ne vedevo più la fine! Un altro dato impressionate è costituito dalle ore che ci vogliono da qui a Sydney. Sulla carta sembra che le due città siano abbastanza vicine e invece ci vogliono almeno due ore di aereo. Una volta abituata alla vita australiana, continuo a rendermi conto della diversità con l’Italia, specialmente sul piano culturale. Sebbene ci siano vari musei, mi manca molto vedere le opere d’arte che noi possiamo ammirare ogni giorno. Certo, questa mancanza viene colmata da bellissimi paesaggi, ma c’è sempre quel quid in più, che qui manca, che ti rimanda indietro nel tempo. Una bellissima percezione che ho avuto, e che ho tutt’ora, è quella di poter ammirare una città multiculturale in cui la noia non esiste: ogni giorno è una scoperta. Normalmente è nel weekend (venerdì-sabato) che si può notare lo svago e, purtroppo, anche l’eccesso. Melbourne, infatti, ha un serio problema di abuso di alcolici. Mi è capitato più volte di vedere scene poco belle di persone completamente in preda all’alcol. Specialmente quando lavoro, ci sono certi orari (nella fattispecie dalle 24 alle 2) in cui arriva gente ubriaca di tutte le età.
Il governo ha fatto qualcosa a proposito?
Sì, ha iniziato sia delle campagne pubblicitarie contro l’abuso dell’alcol sia l’aumento dei prezzi delle stesse.
Prima citavi il lavoro. Dove e da quanto tempo lavori?
Lavoro in un fast-food che fa cibo italiano da qualche mese. Sono arrivata in Australia a novembre del 2019 e ho iniziato a cercare quasi subito un impiego.
Come hai fatto a trovare quel lavoro?
Ho fatto affidamento su alcuni siti internet quali Gumtree (https://www.gumtree.com.au/) e Seek (https://www.seek.com.au/), però ho trovato a tutti gli effetti il lavoro recandomi presso i vari negozi e chiedendo in loco.
Come funziona il lavoro lì?
Di solito si punta sul settore dell’Hospitality, che comprende tutti i servizi al pubblico. I contratti che vengono fatti sono quasi tutti part-time (chiamato Casual) perché la paga è più alta e si lavora dalle 10 alle 20 ore settimanali. A questo va aggiunto, purtroppo, il lavoro in nero che, soprattutto in questo settore e in centro, dilaga a vista d’occhio.
Come hai affrontato la barriera linguistica?
Partendo da un buon livello di inglese non ho avuto grossi problemi, ma l’accento è molto diverso da quello a cui si è abituati e, oltretutto, erano un po’ di anni che non mi esercitavo a parlare inglese tutti i giorni e tutto il giorno. Dopo un po’, grazie al lavoro e al contatto con il pubblico, è migliorato.
Come si sono affrontati gli incendi e come si sta affrontando il Coronavirus?
Gli incendi sono stati molto difficili da domare e l’unica cosa che li ha realmente spenti è stata la pioggia. Per me è stato particolarmente impressionante, perché per ben due mesi si vedeva fumo ogni giorno -nonostante qui a Melbourne non ci fossero arrivati- e si accusavano spesso piccolissimi problemi respiratori. Per quanto riguarda la seconda questione, il sistema sanitario è validissimo e il Primo Ministro ha annunciato l’entrata di milioni di dollari per affrontare l’emergenza. Il problema è che non si sono ancor prese misure drastiche come in Italia o in Cina. Purtroppo si sta sottovalutando parecchio.
Quale consiglio daresti a chi volesse fare un’esperienza come la tua, ma fosse ancora titubante?
Di farla lo stesso, perché aiuta a crescere. Mi ritrovo qui da sola e, sebbene affronti tante difficoltà, voglio continuare perché è un’esperienza unica, bellissima e irripetibile.