Gli euroscettici
Cominciamo, oggi, dai partiti cosiddetti “euroscettici”: Lega – Salvini Premier, Fratelli d’Italia, Casa Pound.
Lega
Il partito guidato dal vice premier Salvini, fa parte del gruppo europeo ENL, Europa delle Nazioni e della Libertà di cui uno dei massimi esponenti è la francese Marine le Pen, nota sovranista ed eusoscettica della destra estrema. Reperire un programma politico europeo della Lega è una mission impossibile, ma da giorni circola online un manifesto programmatico da cui possiamo partire per analizzare le posizioni del partito del Carroccio. I punti del programma di Salvini ruotano attorno a un forte
senso di difesa dello Stato-Nazione, che li porta ad una netta opposizione a qualsiasi trasferimento di sovranità nazionale a organi e istituzioni sovranazionali; ritenendo, al contrario, che la soluzione ottimale sia il riconoscimento di una assoluta sovranità degli Stati e dei popoli alla luce della collaborazione tra le Nazioni.
Tutto questo si accompagna, come naturale conseguenza, a una rigida difesa dell’identità nazionali e delle caratteristiche di ciascun popolo.Non solo tutela dell’identità culturale, ma anche e soprattutto dell’identità politica; l’’obiettivo, infatti, è lasciare libero ogni Stato membro di adottare il progetto politico che preferisce in tema economico, soprattutto, ma anche sociale e territoriale.
Dal punto di vista delle libertà fondamentali, la Lega insiste sulla necessità di approfondire la tutela della libertà d’espressione in particolar modo la libertà digitale, sempre più minacciata dai colossi del web.
Difesa dell’identità nazionale,delle frontiere esterne e del Made in Europe sono le grandi battaglie della Lega (condivise da tutti i membri dell’ENL), accanto a ciò la necessità di una revisione dei Trattati per restituire maggiore sovranità (territoriale, monetaria e legislativa) e restituire più potere ai Governi nazionali.
Sul piano economico l’obiettivo è favorire la crescita tramite la domanda interna e cercando di attrarre le imprese che hanno de localizzato, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro. In tema fiscale, è, ormai, nota la posizione della Lega nell’approvazione di una flat – tax, cavallo di battaglia anche per la politica nazionale.
In ambito internazionale, Salvini non ha mai nascosto la sua ferma opposizione alle sanzioni alla Russia e all’entrata nell’UE della Turchia, ferma restando la necessità di mantenere buoni rapporti con gli USA di Trump, che per molti profili adotta politiche e obiettivi non troppo dissimili.
Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia farà parte in Parlamento Europeo del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, l’ECR. Il programma in quindici punti di Giorgia Meloni ruota attorno a un forte sentimento nazionalista e sulla necessità che il nostro Paese assuma un ruolo più rilevante in Europa. L’obiettivo è la trasformazione di questa Unione Europa in una Confederazione di Stati liberi e sovrani, capaci di cooperare sui grandi temi, quali la sicurezza, il mercato unico, la difesa, l’immigrazione e la politica estera. Una cooperazione tra Stati, ciascuno dei quali libero di autodeterminarsi su tutto ciò che possa essere deciso meglio a livello nazionale: questa l’idea di Europa di Meloni e dei Conservatori e Riformisti.
In ambito economico il programma è fortemente contrario alle misure di austerità, che secondo loro hanno fallito miseramente, e promuove un imponente piano nazionale ed europeo di investimenti pubblici in infrastrutture, trasporti, rete digitale, messa in sicurezza del territorio. Per realizzare tutto questo è necessario escludere le spese in investimenti dal computo dei parametri europei. Per agevolare lo sviluppo economico e le imprese, si chiede l’introduzione di una tassa unica per tutti, l’eliminazione della fatturazione elettronica, nessun limite all’uso del contante e lo stop alle leggi speciali in ambito fiscale. Anche Fratelli d’Italia non apprezza l’euro, pur non volendo uscire dall’Eurozona, chiede all’Europa misure compensative tra Stati che ne hanno tratto vantaggio e Stati che ne sono rimasti svantaggiati; si propone una riforma della BCE e delle regole bancarie affinché il sistema bancario possa aiutare le famiglie e il mondo delle imprese.
A tutela del Made in Italy si chiede un sistema più tracciabile nella filiera di produzione, la lotta alla concorrenza sleale e l’introduzione di “dazi di civiltà” contro paesi terzi che non hanno tutele per i lavoratori e per l’ambiente.
Uno dei problemi dell’Europa, secondo FdI è la crisi demografica, per questo si chiedono misure specifiche e investimenti per il sostegno alla famiglia e alla natalità, in particolare tramite l’introduzione di un “reddito di maternità europeo” , un assegno mensile per ogni figlio a carico.
In tema migratorio si chiede il controllo militare delle frontiere esterne e una missione europea per un blocco navale, rimpatri degli illegali e quote di immigrazione solo per nazioni che hanno mostrato volontà e capacità di integrazione. Altro tema caldo è la difesa dell’identità cristiana europea e il contrasto alla islamizzazione dell’Europa.
Casa Pound
Casa Pound farà parte dell’Alleanza europea dei movimenti Nazionalisti (AEMN). Il programma si potrebbe riassume in due concetti: uscire dall’EURO, uscire dell’Europa. Questo è lo spirito di Casa Pound.
Sul piano economico hanno posizioni decisamente nette: la creazione di una società capogruppo, sul modello IRI, con il compito di salvare o sviluppare aziende operanti in settori industriali di interesse strategico nazionale; creare una nuova moneta sovrana italiana che sostituisca l’EURO e che sia funzionale all’economia nazionale; la nazionalizzazione della Banca d’Italia, posta nuovamente sotto il controllo del Ministero Economia e Finanze, con il riconoscimento del monopolio nella emissione della nuova moneta e la possibilità di acquistare titoli emessi dallo Stato. Casa Pound propone una forte tutela dei lavoratori e la conseguente protezione dei mercati interni contro la concorrenza sleale di quei paesi privi di tutele per il lavoro.
Altro snodo cruciale delle posizioni estremiste di questo movimento riguarda, ovviamente, l’immigrazione, causa di un impoverimento sociale e culturale e minaccia per la nostra identità nazionale. Casa Pound chiede il blocco totale dei flussi migratori, anche regolari, fino al rimpatrio di tutti coloro che sono in Italia illegalmente; propongono l’approvazione dello ius sangunis
I sostenitori di Casa Pound vogliono porre fine alla “sottomissione nazionale” proponendo l’uscita dalla NATO, il pristino della geopolitica degli “anni Trenta” verso il Mediterraneo e l’Oceano Indiano, il potenziamento del nucleo di difesa nazionale tramite una maggior spesa pubblica e la leva obbligatoria.
Il punto chiave è, però, l’uscita dell’Italia dalla Unione Europea e dai suoi “folli vincoli che soffocano le nostre libertà”. L’Europa, secondo i sostenitori di Casa Pound, è un nemico per il nostro paese, per questo è necessaria un’uscita “hard”, unilaterale con la conseguente abrogazione di tutti i trattati e le norme di derivazione comunitaria.
Forza Italia
Concludiamo il panorama della destra nazionale analizzando il programma di Forza Italia, che corre per il Partito Popolare Europeo (PPE), che racchiude tutti i partiti di centro destra europei. Il tratto caratteristico di Forza Italia è l’opposizione alle politiche di austerità tramite un programma in dodici punti, dal titolo “Italia svegliati”. Si punta al riconoscimento di più poteri al Parlamento Europeo, tra cui un potere di iniziativa legislativa, un potere d’inchiesta, un potere che lo renda autorità di bilancio collocandolo al pari del Consiglio Europeo e, infine, un potere di controllo più rigido sull’operato della Commissione. Tutto questo anche in vista di una politica estera e di difesa unitaria a livello europeo tramite la cooperazione imprescindibile con la NATO.
Forza Italia punta sui giovani e sulle imprese per tutelare il Made in Italy e contrastare la concorrenza sleale dei mercati privi di tutele per i lavoratori; questo anche tramite accordi mirati con i paesi interessati in cui l’Italia sia protagonista. Si chiedono regole fiscali più flessibili sul tema del lavoro e della crescita, la fine della politica di austerità e un programma di investimenti in infrastrutture, tecnologia, formazione, ricerca ed innovazione.
Dal punto di vista economico e finanziario il partito di Silvio Berlusconi promuove una riforma della BCE, sul modello della Federal Reserve, che guardi non solo all’inflazione ma anche alla crescita e alla disoccupazione. Si punta, inoltre, all’armonizzazione fiscale, come completamento del mercato unico europeo e l’individuazione di fondi europei più accessibili. Altro tema focale è la difesa interna, da sostenere tramite un aumento delle spese per la sicurezza e la lotta al terrorismo, anche con la creazione di una vera FBI europea, che realizzerebbe un sistema di scambio di informazioni tra intelligence più efficace.
Forza Italia auspica ad un’Italia capofila tra i paesi del Mediterraneo, sia in ambito di immigrazione (con lo stop all’immigrazione irregolare e la ridefinizione del trattato di Dublino) sia in ambito di infrastrutture, energia e tutela dell’ambiente.
L’obiettivo perseguito è un cambiamento dell’Europa, per gli interessi dell’Italia ma anche e soprattutto per il ruolo che l’Europa deve tornare a svolgere nel mondo.
Movimento 5 Stelle
L’Europrogramma del Movimento Cinque Stelle ha l’obiettivo di “cambiare l’Unione europea dal suo interno”. Fino ad oggi i 5Stelle hanno fatto parte del gruppo Europa della Libertà e Democrazia Diretta (EFDD), ma il leader del Movimento, Luigi Di Maio, ha intenzione di creare un proprio gruppo indipendente (ricordo che per poter esistere un gruppo in Parlamento UE deve avere almeno 25 parlamentari provenienti da almeno 7 Paesi membri).
Il programma M5S è stato sottoposto al parere dei sostenitori sulla piattaforma Rousseau e si presenta ripartito in 24 punti divisi in 6 aree tematiche: nuova Europa, stop austerity, tutela delle persone, tutela del Made in Italy, politica migratoria comune, lotta alla grande evasione.
Il cuore del progetto europeo è un rafforzamento della democrazia diretta anche tramite l’introduzione di un referendum europeo; nonché potere di iniziativa legislativa per il Parlamento e la sua totale equiparazione al Consiglio e, per ridurre i costi della euro – burocrazia i 5S chiedono il taglio della doppia sede del Parlamento e degli stipendi.
Tra i punti principali in tema economico e di sviluppo vi è il cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle, l’introduzione del salario minimo europeo per una tutela eguale dei lavoratori europei e la tutela del Made in Italy per rafforzare le imprese italiane; inoltre si chiede l’inserimento tra gli obiettivi della BCE della crescita economica e della piena occupazione e l’ampliamento delle politiche europee espansive per investimenti pubblici.
Sulla questione delle immigrazioni, il Movimento Cinque Stelle è sempre stato chiaro sulla necessità di individuare una gestione dei flussi che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri e la promozione dei rimpatri anche tramite incentivi europei.
I Cinque Stelle hanno previsto anche misure ambientali in favore della green economy e investimenti specifici per le regioni del sud.
Dopo le posizioni mediane di Forza Italia e M5S, vediamo oggi, le posizioni dei partiti europeisti.
Partito Democratico
La lista PD – Siamo Europei corre alle elezioni europee assieme ai partiti del PSE, il partito dei Socialisti Europei.
Il programma della lista di Zigaretti e Calenda, si articola su quattro punti cruciali: persone, territorio, sicurezza e democrazia.
Il nuovo PD di Zingaretti punta alla costruzione di una nuova Europa che abbia al centro le persone, in ottica di sviluppo e innovazione, per la tutela del lavoro e della coesione sociale e per proteggere l’ambiente. In questo ambito si propone, da un lato, la previsione di una indennità europea di disoccupazione per paesi in recessione o con alti tassi di disoccupazione e, dall’altro, la creazione di un bilancio dell’eurozona, finanziato con risorse proprie, tra cui Eurobond e una quota dei profitti della BCE, nell’ottica di una politica anticiclica per la tutela delle economie europee. Si auspica un “piano straordinario“ di investimenti in capitale umano, soprattutto, e in energie rinnovabili. In particolar modo la lista DEM chiede un dimezzamento delle immissioni nel 2030 e zero immissioni nel 2050, la completa decarbonizzazione del sistema energetico europeo grazie a fondi UE e l’utilizzo obbligatorio di plastica pienamente riciclabili, compostabili e riutilizzabili. A tutela delle persone e soprattutto di chi è più debole, il PD propone di destinare sei miliardi di euro del bilancio UE a provvedimenti per eliminare la povertà infantile e assicurare sostegno e cure ai bambini (25mila) che nel nostro continente sono a rischio povertà. SI propone, poi, una riforma del progetto “Garanzia Giovani”, già molto usato nel nostro paese, per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani europei e l’introduzione del salario minimo europeo.
Una nuova Europa che sia vicina ai territori per la tutela e valorizzazione dei prodotti, delle culture e delle diversità e che protegga le economie nazionali dalla concorrenza sleale di paesi terzi, come la Cina.
L’obiettivo è costruire una nuova Europa che sia protagonista nel mondo per garantire la pace, la sicurezza e una risposta comune ai problemi mondiali; da un sistema europeo comune per l’asilo e l’immigrazione ad una politica estera di sicurezza e di difesa comune, dal partenariato Europa – Africa alla sicurezza e integrazione dei cittadini europei fino alla protezione contro la globalizzazione.
Con riguardo al profilo della democrazia, per il PD è l’unica risposta ai bisogni dei cittadini, degli Stati e delle imprese. In particolare si punta ad una cittadinanza (più) attiva dei cittadini europei con la destinazione di mezzo miliardo di euro per rafforzare questo aspetto; nel programma su questo tema i punti principali sono lo stop al criterio dell’unanimità e la parificazione del Parlamento e del Consiglio, in ogni settore. Tra le proposte in tema di democrazia europea del PD e di Siamo Europei c’è anche l’elezione diretta del Presidente della Commissione Europea, per poter avvicinare le istituzioni UE ai cittadini, abbandonando, così, l’Europa delle banche per tornare all’Europa umana delle persone.
+Europa
Il partito creato da Emma Bonino nel 2017 corre per la prima volta al Parlamento Europeo, non ha ancora una rappresentanza ma si collocherà nell’ALDE, il gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa. Più Europa corre assieme a Italia in Comune, partito fondato da Federico Pizzarotti.
Il programma di questa lista è articolato in otto sezioni tematiche.
L’obiettivo di fondo è la costruzione degli Stati Uniti d’Europa tramite una riforma interna che renda l’Unione Europea più unita, più federale, più democratica. Tra le proposte principali in tema politico vi sono la realizzazione di liste elettorali transnazionali e un collegio elettorale europeo, l’attribuzione al Parlamento UE di capacità legislativa propositiva, istituzione di ministri europei e la elezione diretta del Presidente della Commissione UE. Tutto questo è finalizzato ad una fase costituente più approfondita, con la costituzione di un Parlamento in due rami, che rappresenti i cittadini europei e gli Stati Nazionali. Si punta, poi, a superare l’unanimità in Consiglio al fine di rendere libera l’azione dell’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione, che sia realmente comune. Sul presupposto che i singoli paesi da soli non abbiano abbastanza forza si chiede l’istituzione di un seggio unico e permanente dell’UE nell’ONU.
Più Europa vuole costruire un’Italia più solida e forte economicamente che possa avere un peso maggiore in Europa; questo potrà avvenire, secondo il partito di Emma Bonino, tramite uno sviluppo economico green, volto all’inclusione sociale, basato su investimenti pubblici e privati, sul taglio alla burocrazia, alle spese dannose e soprattutto alle tasse per le imprese. Si chiede, inoltre, una tassazione unica a livello europeo delle società multinazionali e un duro contrasto alla corruzione.
Anche Più Europa punta molto sulle regione del sud, con provvedimenti specifici volti a incrementare lo sviluppo e la ricchezza.
Lo sviluppo economico non può prescindere dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica fino a zero nel 2050 e la fuoriuscita dal carbone entro il 2030, tramite l’eliminazione progressiva dei sussidi e dei finanziamenti dannosi all’ambiente negli Stati membri, l’introduzione di un prezzo minimo europeo delle emissioni di CO2 e un piano europeo per la riqualificazione ambientale urbana, tanto necessaria alle nostre periferie.
Sul piano economico, la lista propone anche un ampliamento del bilancio europeo e un miglioramento dei sistemi di imposizione fiscale. Inoltre è necessario garantire la leale concorrenza nel mercato unico, completare l’unione bancaria e l’unione del mercato dei capitali.
Non solo, anche nel mondo del lavoro vi è la necessità di un’armonizzazione per la creazione del mercato unico del lavoro, che favorisca la mobilità interna continentale. Lavoro e impresa, punti cardine delle nostre economie. Si propone, infatti, da un lato l’istituzione di un “Assegno Europeo”, un fondo pubblico europeo che sostenga le nuove e buone idee imprenditoriali con un meccanismo semplice e unico, e dall’altro del “sussidio europeo contro la disoccupazione” finanziato con un sistema paneuropeo di contribuzione.
Chi se non i liberali, può fondare il cuore dell’Europa sulla tutela dei diritti umani e sull’importanza delle Corti di Strasburgo e di Lussemburgo: si punta al riconoscimento, sempre più forte, dei diritti civili (famiglia, LGBT, fine vita…) e soprattutto dell’uguaglianza uomo – donna, in ogni settore, soprattutto nel mondo del lavoro.
Sul tema immigrazione, tra i promotori dell’iniziativa “welcoming Europe”, Emma Bonino e la sua lista chiedono un’equa ripartizione dei flussi in arrivo e, basandosi sui valori fondanti della storia europea, propongono l’idea di un’Europa umana e accogliente che in tema migratorio punta ad una gestione globale e coordinata del fenomeno.
La Sinistra
La Sinistra, nata nell’aprile del 2019, racchiude al suo interno Sinistra italiana e Rifondazione Comunista e nel suo programma, articolato in 11 capitoli, racchiude le istanze dei due partiti che la compongono.
Il programma prevede la creazione di un nuovo welfare europeo che ponga al centro i bisogni dei cittadini europei e che si fondi su politiche economiche incentrate sul lavoro e meno sulla finanza e sulle banche. Si caratterizzano per una netta opposizione alle politiche di austerity e alle regole di bilancio, chiedendo, invece, una tassa patrimoniale per redistribuire la ricchezza e l’eliminazione dei paradisi fiscali in Europa. Si chiede l’abolizione del fiscal compact e del principio di pareggio di bilancio (principio costituzionale, art. 81 e ss. della Costituzione) e le modifiche del trattato di Maastricht, nonché l’eliminazione del TTIP e del CETA, per mercati più equi.
Per le tutele dei lavoratori, la lista propone la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali a parità di salario, modificando la direttiva europea sulle condizioni e gli orari di lavoro, direttiva 2003/88/CE; questo anche alla luce di riforme dei sistemi pensionistici e l’introduzione del salario minimo orario a livello UE.
L’Europa che vuole La Sinistra è un’Europa fondata sulla democrazia reale e sulla libera autodeterminazione di donne e uomini. Sul primo aspetto, quello della democrazia, si propongono, in contrasto con il principio intergovernativo, maggiori poteri al Parlamento Europeo, tra cui un potere di indirizzo nei confronti della BCE. La Sinistra, quindi, propone un potenziamento generale delle forme di democrazia diretta. Sotto il profilo della libertà di autodeterminazione, si chiedono riforme che consentano un accesso egualitario al mondo del lavoro e dei salari, una vera autodeterminazione della propria vita e della propria salute sessuale e riproduttiva, l’accesso alla fecondazione assistita anche eterologa e affermazione dei diritti LGBTQI: un percorso costituente per un’Europa federale che ponga alla sua base i diritti sociali, civili, di libertà, delle persone.
Sul fronte migratorio La Sinistra chiede un’Europa dell’accoglienza, antirazzista e inclusiva. Le proposte coinvolgono l’armonizzazione delle norme sulla cittadinanza, prevedendo in ogni paese lo ius soli, e il depotenziamento militare, anche tramite il superamento della NATO, simbolo di un’epoca storica che, ormai, secondo La Sinistra è del tutto mutata.
Europa Verde
Formata dalla Federazione dei Verdi e da Possibile, Europa Verde, che ha aderito al manifesto dei Verdi Europei, si presenta con l’obiettivo di costruire un’Europa maggiormente inclusiva e concentrata sui temi ambientali con un programma ripartito in dodici punti.
Al primo posto, come comprensibile, vi è il tema dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici; tutto ruota su questo aspetto, dall’obiettivo di un utilizzo al 100% di energie rinnovabili a investimenti nell’economia green, fino alla trasformazione del sistema dei trasposti volto all’utilizzo del treno come unica alternativa all’aereo.
Particolare attenzione è rivolta ai temi del welfare, per garantire un reddito minimo dignitoso a tutti, alla giustizia, tramite la lotta alla corruzione e l’abolizione di sistemi di tassazione iniqua, e alla salute dei cittadini europei. Quest’ultimo punto è sviluppato tramite le misure ambientaliste, la riduzione dell’inquinamento, l’utilizzo di cibo locale, la lotta agli OGM e tutele degli animali negli allevamenti.
In ambito politico si punta ad una politica di difesa e sicurezza comune per l’Unione Europea e al blocco delle esportazioni di armi ai paesi in guerra, per promuovere la pace e lo sviluppo. L’aspetto delle migrazioni è affrontato tramite la difesa del diritto d’asilo e la necessità di istituire canali legali e sicuri per l’accesso in Europa.
Ragazzi, che dire … abbiamo provato a ripercorrere brevemente le posizioni dei principali partiti per aiutare a orientarsi nel mare magnum della politica, con uno sguardo oggettivo e quanto più fedele possibile ai programmi presenti sui siti ufficiali (ove presenti) dei partiti. Andate a votare, non fatevelo raccontare, partecipate, sentitevi parte di questa realtà.
Votare non e solo un diritto, è anche e soprattutto un dovere e una responsabilità civica.
Adesso il nostro futuro è nelle nostre mani, buon voto !