Eccole,sono loro. Le combattenti Peshmerga. Diecimila donne curde, tra i 17 e i 40 anni, che combattono nell’ YPJ, l’Unità di Protezione delle Donne. L’YPJ è un’organizzazione militare femminile che, assieme all’Unità di Protezione Popolare (YPG), rappresenta il braccio armato del Kurdistan siriano. Tale organizzazione fu fondata nel 2012 con sole 11 reclute e oggi vanta quattro battaglioni, con un comandante per brigata e un corpo ufficiale fino al grado di colonnello. La storia delle leonesse peshmerga risale al XII secolo, quando Saladino le volle al suo fianco, apprezzando la dedizione e l’addestramento. E oggi, come allora,queste donne ricoprono un ruolo fondamentale nella guerra, come mostrano i fatti di Kobane, a nord della Siria. Il 27 gennaio 2015, dopo circa 134 giorni di resistenza, i guerrieri peshmerga sono riusciti a liberare la città dall’occupazione dello Stato Islamico. Berman, una combattente curda di 28 anni, sostiene che l’80% della vittoria di Kobane è avvenuta grazie alle donne. Pervin Agrin,20 anni, mostra in un reportage della BBC quanto la vittoria di Kobane sia stata fonte di aiuti e consensi per le giovani guerriere,prima sottovalutate e oggi considerate uno dei capisaldi nella lotta all’Isis. Del resto queste ragazze sono volontarie totalmente indipendenti da ogni stato ( e così vogliono rimanere) .
Da quel giorno a Kobane non sventolano più le bandiere nere dell’Isis, ma i vessilli dell’YPJ accanto ad una foto,quella di Abdulà Ocalan,fondatore del movimento indipendentista curdo e noto per la sua lotta alla mutilazione genitale femminile, ancora praticata in quelle regioni.
L’indipendenza curda , la lotta all’ Isis e la tutela dei diritti delle donne sono solo alcuni degli obbiettivi di queste giovani combattenti.
Il loro grido? “Donne,Vita,Libertà”. Tutto ciò che odiano e temono i combattenti del Califfato. Ed è questa la forza vincente delle guerriere curde: la femminilità. Nella credenza islamica chi muore in guerra come martire verrà ricompensato con 72 vergini in paradiso;ma se è una donna a uccidere allora il paradiso è precluso al defunto. Per questa ragione i soldati dell’Isis fuggono davanti all’esercito femminile dell’YPJ,come più volte è accaduto ed è stato raccontato dalle stesse combattenti,orgogliose nell’aver bloccato l’avanzata del Califfato senza spargimento di sangue.
Le loro azioni sono state apprezzate dalle più attive femministe. Per questo loro tengono a sottolineare la propria femminilità truccandosi prima di andare in battaglia. Orgoglio e coraggio si fondono in queste amazzoni dell’oriente.