Donald Trump, 45º presidente degli Stati Uniti, frequentò le migliori scuole e crebbe in un ambiente agiato. Eppure secondo John McWorter, docente di linguistica presso la Columbia University, il suo linguaggio è tale e quale a quello di un analfabeta.
«Donand Trump is an original» afferma McWorter in un’intervista con MSNBC. «Parla la stessa lingua di chi non sa scrivere. […] L’istruzione non ha avuto alcun effetto sul suo modo di parlare. Ha frequentato le migliori scuole, e non ha imparato nulla. […] È linguisticamente disadorno.»
Analizziamo il linguaggio di Trump
Jennifer Sclafani, linguista presso la Georgetown University, ha studiato per due anni l’«interessante» modo di parlare del presidente.
Secondo le sue analisi Trump parla come tutte le persone comuni e utilizza un registro basso e colloquiale, per cui sembra di sentire parlare «un membro della famiglia o un amico».
After our amazing election victory, the forgotten men and women — [Do YOU] remember we used to talk about the forgotten men and women before the election? Guess what? They’re not forgotten.[1]
Trump utilizza inoltre vocaboli della lingua popolare, termini non sofisticati o ricercati. Predilige le parole monosillabiche, e fa ampio uso di anafore, epifore ed iperbati, ripetendo più volte le parole chiave dei suoi discorsi.
In questo video , ospite al Jimmy Kimmel Live, Trump risponde ad una domanda pronunciando duecentoventi parole in sessanta secondi. Di queste 172 (il 78%) sono monosillabi, 39 sono bisillabi, e 4 sono trisillabi. Di questi, tre su quattro sono “tremendous”, una delle parole preferite di Trump.
Some of them, not all of them – I will tell you some of them aren’t so thrilled with what I said, many of them called me and they said, ‘You know Donald, you’re right. We have a problem. There is a problem.[2]
Per quanto riguarda la sintassi, anch’essa risulta schietta, con sententiae semplici e concise.
From now on, we expect trading relationships to be fair. | And very importantly, reciprocal. | We will work to fix bad trade deals and negotiate new ones. | And they will be good ones. | But they will be fair.[3]
Un comunicatore di successo
Grazie al suo modo di parlare, Trump riesce a far comprendere i suoi messaggi alle masse con facilità. Jennifer Sclafani sostiene infatti che negli Stati Uniti la gente non sia abituata a sentire un presidente parlare così. Gli americani sono abituati ad un linguaggio della politica elegante e sofisticato. Trump invece, a prescindere da ciò che dice, sa come parlare al popolo.
Nel video di Nerdwriter1, dopo un’analisi accurata delle parole del presidente, viene sostenuto come Trump possa essere definito «arguto, ma non intelligente o ben informato». I suoi discorsi infatti suonano convincenti, ma a livello concettualeche cosa contengono?

Alla domanda di Jimmy Kimmel «Non è anti-americano e sbagliato discriminare alcune persone a partire dalla loro religione?», invece di rispondere «Yes», Trump sceglie di difendere la sua Xenofobia, con un discorso di duecentoventi parole, che – come ho affermato in precedenza – contiene il 78% di monosillabi, e le parole di spessore che emergono sono “problem” e “tremendous“.
Questi termini forniscono alla risposta del presidente delle argomentazioni vaghe e generiche, che tuttavia suonano convincenti alle orecchie di molti Americani. Sono parole che creano insicurezza e timori negli ascoltatori, i quali vengono spinti a dare fiducia al presidente, il quale li rassicura di avere la soluzione al problema.
Infatti, come sostiene McWorter, Trump nei suoi discorsi si propone come salvatore degli americani, da minacce che incombono su di loro, che lui ed il suo team possono prevenire e combattere. Si presenta ai cittadini statunitensi come colui che si trova sempre «un passo più avanti degli altri». Per queste ragioni c’è chi ha osato definire il suo atteggiamento incline al populismo.
Trump è un ottimo venditore

Nerdwriter1 afferma che «Donald Trump sa come sembrare incredulo o persuasivo, ha un buon senso dell’umorismo. […] Il miglior venditore potrebbe venderti un televisore senza saperne nulla a riguardo. Perché ciò che importa non è la televisione. Ciò che importa sei tu.»
Egli infatti incarna la figura del perfetto salesman. Questo è un elemento che non dovrebbe creare stupore, dato che il presidente prima di candidarsi era già conosciuto come un noto imprenditore, figlio a sua volta di un businessman di successo.
«Se sei un americano che per anni ha ascoltato i politici risuonare sofisticati mentre non concludevano nulla, potresti essere ottimista nei confronti di qualcosa che è tutto ciò che loro non sono. Ma la prossima volta che ti sembra che Donald Trump abbia un punto, fatti un favore, e guarda le sue parole.»
La parola è un’invenzione dell’uomo che serve a impedirgli di pensare.
L’opinione di Nerdwriter1 è una critica rivolta non solo al linguaggio del presidente, ma anche ai contenuti dei suoi discorsi. Per questa ragione ci tengo a precisare che sia l’intervista che il video erano precedenti all’elezione di Trump, e risalgono al periodo della campagna elettorale.

Tuttavia al di fuori dei giudizi e del contesto della politica americana, penso che in generale sia importante fermarsi a riflettere di fronte alle parole, per cercare di comprendere che cosa si celi dietro a un’opinione. Oltre al testo è importante sforzarsi di comprendere anche il sottotesto.
Come disse Agatha Christie, «la parola è un’invenzione dell’uomo che serve a impedirgli di pensare», e noi non possiamo accontentarci solo delle parole per osservare e capire la realtà.
[1] Phoenix, Arizona Rally Speech, http://time.com/4912055/donald-trump-phoenix-arizona-transcript/, 22 agosto 2017.
[2] Intervista con Jimmy Kammel, al Jimmy Kammel Live, https://www.youtube.com/watch?v=Sqhg2FNzKHM, 17 dicembre 2015.
[3] State of the Union Speech, https://www.vox.com/policy-and-politics/2018/1/30/16953472/state-of-the-union-transcript, 29 gennaio 2018.