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Il museo a portata di smartphone

Torino, Vercelli e una nuova proposta di esperienza museale

Essere in possesso di un telefono cellulare è ormai diventata la prassi da circa un paio di decenni, mentre da almeno uno lo è possedere uno smartphone. Avere una connessione dati ha semplificato e velocizzato molte delle operazioni quotidiane più noiose, vedi recarsi in banca o andare alle poste. Anche se avere quattro applicazioni diverse per ogni servizio offerto da Poste Italiane probabilmente è quanto di più lontano possa esistere dal concetto di semplicità, ma questo è un altro discorso.

Tralasciando quei doveri poco ameni della vita di ciascuno, internet ci dà quotidianamente accesso a tutte quelle app che permettono di mantenersi in contatto tra amici, condividere le proprie esperienze o più banalmente trovare un momento di svago durante la giornata. Ed è così che anche le realtà a prima vista più lontane da una dimensione social e di fruizione tramite app per smartphone si stanno impegnando in questa direzione al fine di rimanere al passo con i tempi attuali e con pubblici sempre più abituati al digitale. Palazzo Madama a Torino e Museo Leone a Vercelli ne sono due esempi in territorio piemontese.

Palazzo Madama, comprendere l’edificio

Siamo ormai abituati a pensare alla pandemia come a quella spinta che volenti o nolenti ha accelerato la transizione della polverosa e vetusta dimensione lavorativa italiana verso la rivoluzione digitale. In realtà Fondazione Torino Musei, a cui Palazzo Madama afferisce insieme alla GAM e al MAO, già nel 2019 con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino aveva iniziato a dedicarsi allo sviluppo di un’applicazione per smartphone. Fin dal principio l’obiettivo era quello di creare uno strumento ad uso della fascia di visitatori che attraversa gli ambienti dei musei liberamente, vale a dire senza il supporto di una guida. L’app FTM è stata poi lanciata per i sistemi IOS e Android a luglio dell’anno scorso e al momento sono disponibili i contenuti relativi a Palazzo Madama, ma l’auspicio è ovviamente quello di sviluppare funzioni analoghe anche per GAM e MAO.

Nella creazione dei contenuti per Palazzo Madama si è deciso di porre l’attenzione soprattutto sulla storia e sulle tante stratificazioni architettoniche dell’edificio, aspetto questo spesso di difficile comprensione per il visitatore che si aggira da solo per il palazzo. Una tematica, tra l’altro, che trova poco spazio nelle schede di sala e che quindi non va a sostituirsi ai contenuti già esistenti, ma li integra in maniera agile e digitale. Per questo edificio la Fondazione Torino Musei ha sviluppato tre itinerari differenti: “Alla scoperta del palazzo” per una visita approfondita e senza fretta, “Avventure al castello” i cui contenuti sono stati pensati appositamente per i più piccoli e “Itinerario breve” che in mezz’ora riassume le caratteristiche più importanti del museo.

L’aspetto sicuramente più interessante dell’app FTM è il suo funzionamento tramite la tecnologia beacon che si attiva grazie al bluetooth: quando lo smartphone del visitatore è nei pressi di un punto di interesse di Palazzo Madama esso vibrerà e inizierà direttamente la spiegazione dell’ambiente senza dover tenere in mano lo smartphone per tutta la durata della visita. Un ottimo compromesso tra godibilità dell’esperienza museale e fruizione dei contenuti digitali.

Museo Leone, scoprire tre musei in uno

Stessi intenti, ma storia diversa hanno guidato lo sviluppo di Leo, la nuova applicazione del Museo Leone di Vercelli. In questo caso è stato con il primo lockdown del 2020 che si è cominciato a pensare alla creazione di uno strumento che fosse di supporto prima, durante e dopo la visita al museo vercellese. Grazie alla società Heritage che ha sviluppato l’app e la vittoria del bando Luoghi della Cultura 2020 patrocinato da Fondazione Compagnia di San Paolo che ha consentito il supporto economico del progetto, ad aprile di quest’anno il Museo Leone ha lanciato Leo su Play Store e App Store. Provata in anteprima dal Gruppo Fai Giovani di Vercelli a inizio giugno, l’applicazione è stata poi presentata ufficialmente alla stampa a metà dello stesso mese.

In questo caso sono state pensate due modalità di fruizione del museo: una al di fuori dell’edificio dato che i contenuti digitali permettono scoprire le collezioni pur non essendo fisicamente al Museo Leone, e l’altra per chi sta concretamente visitando gli ambienti museali. Questa seconda tipologia di visitatori può scegliere tra “Story Experience”, una visita guidata di media durata dal carattere immersivo ed emozionale, e “Guida Interattiva”, un itinerario più approfondito dei tre diversi edifici che costituiscono il Museo Leone, vale a dire Casa Alciati, la Manica di Raccordo e Palazzo Langosco. Durante entrambi i percorsi è poi possibile interagire con alcune opere scelte della collezione museale tramite le “Installazioni” create per entrare maggiormente in contatto con i capolavori del museo.

Lo sviluppo di Leo si è reso necessario anche per andare a ovviare ad alcuni problemi museografici che in un palazzo storico come il Museo Leone di Vercelli non sempre possono essere colmati in maniera tradizionale data la conformazione dell’edificio stesso. La loro risoluzione tramite uno strumento digitale accessibile a tutte le tipologie di visitatori è sicuramente un’ulteriore riprova che anche a livello locale è possibile dare luogo a progetti avanzati per far progredire la fruizione museale e culturale.