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Il network marketing al confine con la truffa spiegato facilmente

Dietro al nebuloso concetto di multi-level marketing sembrano nascondersi più insidie che opportunità.

Cos’è il network marketing

Vendere prodotti tramite una rete di conoscenze personali, casa per casa o online, senza affidarsi alla grande distribuzione e reclutando altri partecipanti disposti a fare altrettanto. Questo è il principio del Network Marketing, o Multilevel Marketing (MLM). I marchi commercializzati tramite MLM sono ormai innumerevoli, facilitati in tempi recenti dall’ascesa del web; alcuni tra questi sono stati in grado di costruirsi una straordinaria popolarità e altrettanto considerevoli ricchezze, basti citare Herbalife, Vorwerk, Lyoness… La cura della persona, l’alimentazione sportiva, i prodotti di bellezza sono tra i grandi protagonisti di questo universo.

Tuttavia, ai più sarà noto che il MLM è molto spesso associato ai famigerati schemi piramidali, degli schemi commerciali non sostenibili e perciò fraudolenti: in Italia sono illegali dal 2005 (tramite la legge 173). Essi consistono in una rete commerciale i cui membri hanno come obiettivo di procurare altri partecipanti, poiché ottengono guadagni principalmente dall’inserimento di altre persone nella rete, piuttosto che dalla vendita del prodotto. Nuovi membri che a loro volta, dopo un cospicuo investimento iniziale per entrare nel circuito, si dedicano alla ricerca di “proseliti”. Chiaramente, più si scende nella piramide, più si incappa in perdite da parte dei nuovi “distributors”, poiché diventa impresa ardua reclutare ulteriori partecipanti. Senza contare che nella maggior parte dei casi ai membri è richiesto di effettuare ordini periodici al fine di mantenere valido il proprio status di distributor, con la conseguenza di accumulare materiale che difficilmente sarà venduto.

Rappresentazione di uno schema piramidale

Cosa distingue il network marketing legittimo dagli schemi piramidali?

Molto labile, ma fondamentale, è la differenza tra un valido modello di network marketing e uno schema piramidale: una legittima forma di MLM, pur ammettendo anch’esso il reclutamento di nuovi partecipanti da parte degli stessi “distributors”, dovrebbe avere come obiettivo principale e come fonte di guadagno primaria la vendita del prodotto, non l’ampliamento della propria rete di venditori sottoposti.

Del resto, se il reddito del distributore viene dalla vendita di un prodotto, magari di buona qualità e molto richiesto, che interesse avrebbe questa persona a procacciare altri venditori aumentando di conseguenza la concorrenza alla propria attività? Chiaramente, una buona ragione potrebbe essere il fatto che ciò consente maggiori guadagni dell’attività commerciale in sé (ma in tal caso i rischi che si tratti di uno schema perlomeno ambiguo è alto). Guadagni che spesso sono spacciati come immediati da una pubblicità che ricorre a slogan quali “libertà finanziaria”, “be your own boss”… Con l’intento di veicolare l’idea di un percorso di crescita e di realizzazione personale attraverso un concetto rivoluzionario di lavoro.

Un universo torbido e raramente redditizio per la massa dei partecipanti

Se la confezione è affascinante, il contenuto può rivelarsi una sorpresa sgradevole. Sempre più numerose sono le sanzioni e le condanne contro le compagnie di MLM, specialmente nella patria per eccellenza di tale modello, gli Stati Uniti.

Negli USA la Federal Trade Commission (FTC) ha intentato numerose cause contro modelli di network marketing nel 2019, che hanno costretto AdvoCare, per esempio, a sborsare 150 milioni di dollari in seguito all’accusa di servirsi di uno schema piramidale. La ben nota Herbalife ha a sua volta pagato 20 milioni di dollari per regolare le accuse della Securities and Exchange Commission. Secondo William Keep, professore di marketing al College of New Jersey, più la FTC ha successo nel perseguire penalmente le aziende di network marketing, maggiori sono le probabilità che altre compagnie siano perseguite, in quanto utilizzano tutte lo stesso sistema.

Inoltre, secondo una ricerca del 2011 sottoposta alla FTC, il 99% dei partecipanti negli USA finiscono per perdere soldi o non guadagnarne, mentre uno studio del 2018 della AARP Foundation suggerisce che tale percentuale si aggiri intorno al 73%. In Italia, l’attenzione intorno al network marketing sembra essere meno marcata, ma è da segnalarsi la sanzione comminata nel 2019 dall’Antitrust a Lyoness Italia, il cui sistema di promozione è stato giudicato di tipo piramidale.

In un contesto di profonda crisi come quello attuale, la prospettiva di una fonte di guadagno supplementare ottenibile in tempi brevi e spesso senza muoversi di casa, attrae ancor più del solito. In situazioni di precarietà economica potrebbe addirittura apparire come un insperato salvagente. Tuttavia, quanto esposto sopra suggerisce cautela: un recente articolo di HuffPost USA mette in guardia contro i maliziosi tentativi delle compagnie di MLM di approfittare dell’incertezza attuale per reclutare tra i disoccupati.

 

fonte Ansa Forbes HuffingtonPost