Uno strano individuo si aggirava per le strade di Torino…
Il 10 marzo 1926 un individuo dell’apparente età di 45 anni in evidente stato confusionale che commetteva atti pazzeschi sulla pubblica via viene fermato da agenti della Pubblica Sicurezza e condotto alla Questura Centrale di Torino.
Lo “Sconosciuto”, come viene subito denominato, non è in possesso di documenti e se ne constata l’evidente stato di alienazione mentale. Il questore ne ordina l’immediato ricovero nel manicomio di Collegno. La sua mente, nonostante le cure, rimane dispersa nelle tenebre dell’amnesia, nulla lo Sconosciuto riesce a ricordare del passato. Si commuove spesso, si dispera, si sente oppresso da tale condizione annullante. Appare sempre calmo e malinconico. Ottiene il permesso di leggere e trascorre lunghe ore nella biblioteca del manicomio, sede un tempo di un importante monastero certosino.
Tiene un diario e scrive anche alcune poesie. Sembra si tratti di un intellettuale, in effetti anche la folta barba che porta gli conferisce un’aria professorale. Mese dopo mese, il suo si avvia a diventare un vero e proprio caso nazionale. Il 6 febbraio 1927 La Domenica del Corriere pubblica una foto dello Sconosciuto con la scritta “Chi lo conosce?”.
Campagna mediatica, riconoscimenti e processi
È l’inizio di un convulso periodo fatto di riconoscimenti, veri e falsi, di processi, intrighi politici ed ecclesiastici. La signora Giulia Canella, moglie del professor Giulio Canella, insegnante e filosofo padovano, riconosce nello Smemorato il proprio consorte, disperso (in evidente stato di amnesia secondo le testimonianze) in Macedonia nel 1916 durante un’operazione militare. Ella è perfettamente sicura che si tratti di suo marito e lo sosterrà sempre. Poco tempo dopo il riconoscimento, a seguito di una lettera anonima indirizzata alla questura torinese, emerge il nome di un malvivente latitante da vari anni: l’ex tipografo Mario Bruneri. Quale migliore occasione per la polizia fascista? Essi procedono all’arresto e al frettoloso riconoscimento di Mario Bruneri, benché solo pochi giorni prima avessero ridato all’uomo il nome di Giulio Canella.
Nel brillante libro di Luciano Sartori particolare rilievo è dato alla ricostruzione del fortissimo legame d’amore che univa i coniugi Canella, legame che permise loro di uscire dignitosamente dal castello di menzogne, intrighi e processi pilotati dell’Italia fascista.
Una vicenda senza tempo
Le pieghe della memoria umana sono un ambito affascinante e misterioso, un caso del genere non poteva perciò non ispirare riflessioni, oltre che a psicologi e psicanalisti, a letterati del calibro di Pirandello e Sciascia (vedi Il teatro della memoria) e naturalmente al mondo del cinema, perfino quello comico di un genio come Totò.