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La comunicazione non ostile – Salone del Libro 2018

Di parole ne sentiamo e pronunciamo tante ogni giorno, alcune fanno bene altre male, alcune portano con sé un significato profondo altre vengono urlate a vanvera.

Molte sono ostili, forse troppe…è da questo spaccato di società che nasce l’idea della raccolta Parole ostili, un insieme di dieci racconti scritti dai dieci autori del panorama letterario italiano contemporaneo (Tommaso Pincio, Giordano Meacci, Giuseppe Genna, Diego De Silva, Helena Janeczek, Alessandra Sarchi, Fabio Geda, Nadia Terranova, Christian Raimo, Simona Vinci).

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La pubblicazione è stata curata da Loredana Lipperini per la casa editrice Laterzain in collaborazione con il MIUR e insieme al Salone del Libro di Torino, che per la prima volta nella sua storia firma una pubblicazione e l’ha presentata nell’incontro di oggi.
Dieci i racconti, uno per ogni principio espresso nel Manifesto della comunicazione non ostile. La stesura del manifesto nasce circa un anno fa, a opera di un centinaio di comunicatori, giornalisti, politici italiani esasperati dall’impressionante quantità di linguaggio ostile nel quale si imbattevano ogni giorno in rete.

Dall’idea ne è nato un dibattito che ha coinvolto migliaia di studenti in tutta Italia che grazie alle loro opinioni e riflessioni hanno partecipato in maniera attiva alla stesura del manifesto. È nata poi una community sempre più vasta insieme all’associazione “Parole Ostili” che realizza incontri e progetti volti a sensibilizzare giovani e adulti sul tema. L’obiettivo del progetto è quello di realizzare una comunicazione digitale diversa, consapevole e rispettosa.

Il mondo online è una realtà sempre più presente all’interno del nostro modo di comunicare e di rappresentarci e avere cura di questo ambito è fondamentale per instaurare e coltivare relazioni sane con noi stessi e con gli altri. Il manifesto è stato di recente presentato al Senato e ha avuto da sempre l’appoggio di numerosi ministri. Nonostante le critiche di alcuni che intravedono in questo progetto la volontà di restringere la libera fruizione di un mezzo totalmente privo di barriere, gli autori del progetto sostengono un web che mira a migliorarsi, a rieducarsi a una cura e a un rispetto grazie alle generazioni che con internet sono destinate a conviverci sempre di più. Non si tratta di istituire regole o divieti, non si tratta di eliminare la verità anche quella che fa male, si tratta di rieducarsi ad un uso consapevole del linguaggio.