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Lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina

Letture, musica e arte a Vercelli per i 700 anni dalla morte di Dante

Un altro, che forata avea la gola / e tronco il naso infin sotto le ciglia, / e non avea mai ch’una orecchia sola, / ristato a riguardar per maraviglia / con li altri, innanzi alli altri aprì la canna, / ch’era di fuor d’ogni parte vermiglia, / e disse: “O tu cui colpa non condanna / e cu’ io vidi su in terra latina, / se troppa simiglianza non m’inganna, / rimembriti di Pier da Medicina, / se mai torni a veder lo dolce piano / che da Vercelli a Marcabò dichina.

Anche la città di Vercelli si unisce alle celebrazioni che nel 2021 hanno voluto rendere omaggio a livello nazionale ai 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. La rassegna Lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina. Dante, musica e narrazioni, che ha avuto inizio lo scorso settembre per iniziativa dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi della città, si arricchisce di tre nuovi incontri per rivivere attraverso letture, musica e arte i passi più celebri della Divina Commedia.

 

Inferno

Il primo appuntamento della manifestazione, ovviamente dedicato all’Inferno dantesco, avrà luogo lunedì 22 novembre alle ore 18:00 presso la cornice rinnovata della Chiesa di San Lorenzo sita in Corso Libertà 205. La chiesa ha, infatti, recentemente subito un restauro della struttura che ha coinvolto anche l’organo conservato all’interno dell’edificio religioso.

Nel corso di questa prima serata le note della cantautrice e pianista Carlotta Sillano, in arte Carlot-ta, si alterneranno alla lettura dei passi danteschi scelti da Alessandro Barbaglia, libraio, poeta e scrittore, mentre gli spettatori si troveranno immersi nelle installazioni site-specific dell’artista Antonio Toma.

 

Dante e Vercelli

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Il titolo della manifestazione deriva dalla citazione che il poeta fa della cittadina piemontese nel canto XXVIII dell’Inferno, uno dei più cruenti della Divina Commedia. Dante si trova infatti nella nona bolgia dell’ottavo cerchio con la sua guida Virgilio dove sono puniti i seminatori di discordie, scismi e scandali. Come in vita essi causarono odi, vendette e spargimenti di sangue, così il contrappasso consiste nell’essere orrendamente dilaniati e insanguinati nelle loro stesse carni.

Tra i vari dannati che Dante incontra, un uomo con la gola forata, il naso tronco e un solo orecchio lo riconosce avendolo già incontrato quando era ancora in vita: si tratta di Pier da Medicina che prega il Sommo Poeta di ricordarsi di lui una volta tornato in superficie a vedere lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina.

Le parole di Pier da Medicina, tra le più struggenti rievocazioni del mondo dei vivi insieme a quella di Francesca da Rimini nel canto V, richiamano la dolce immagine della Pianura Padana i cui estremi sono individuati nella città di Vercelli e nel castello di Marcabò costruito dai veneziani alle foci del Po per proteggere le navi usate nei commerci con Ravenna e Ferrara.

 

Pier da Medicina

Per quanto tutti gli altri dannati citati nel canto XXVIII abbiano delle solide attestazioni storiche, il personaggio di Pier da Medicina non ha ancora un’identificazione unanime. Potrebbe trattarsi di un membro della famiglia dei “cattani”, i signori di Medicina, o forse di un uomo di corte proveniente dalla località emiliana. Alcuni commentatori sostengono che egli abbia fomentato la discordia tra i cittadini bolognesi e i tiranni della Romagna e che Dante stesso abbia conosciuto quest’uomo a Bologna quando era ospite alla corte dei cattani di Medicina.

A creare ulteriore difficoltà è la profezia che il dannato affida a Dante: Pier da Medicina afferma infatti che due nobili di Fano, Guido del Cassero e Angiolello da Carignano, saranno gettati in mare presso Cattolica dal tiranno di Rimini Malatestino I Malatesta che voleva prendere il controllo della loro città. Tuttavia, tale avvenimento non è mai menzionato dai cronisti medievali motivo per cui gli studiosi hanno spesso pensato che anche all’Inferno Pier da Medicina continui a seminare discordia. È però probabile che questo tradimento e assassinio politico, raccontato così precisamente nelle terzine dantesche, sia stato cancellato dalle pagine di storia data la grande potenza del signore romagnolo.

Non vi resta dunque che scoprire quali passi della Divina Commedia siano stati scelti per questo nuovo primo appuntamento con Dante e riscoprire ancora una volta la cantica più umana, e forse per questo la più amata, del Sommo Poeta.