Dopo varie peripezie, veti incrociati e dichiarazioni fuori luogo ecco nascere, finalmente, il nuovo governo.
La strada è stata lunga e travagliata dallo scorso 4 marzo. Si è dovuti passare da due giri di consultazioni, da scherni fra vari capi politici e da veti incrociati da destra a sinistra.
In fine però, dopo il via libera di Silvio Berlusconi, la Lega a trazione Salvini ha ceduto ed è andata a sedersi al tavolo con i “Pentastellati”.
Da questo tavolo è nato – per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana – un contratto di governo alla “tedesca”, nonostante dopo la sua riabilitazione Silvio Berlusconi si dicesse pronto a guidare un governo di centro-destra, tradendo di fatto gli accordi presi con i suoi alleati.
Cosi è nato il governo M5s – Lega e – solamente il 21 maggio – Luigi Di Maio affermava:
Abbiamo indicato il nome di Giuseppe Conte al presidente della Repubblica. Un nome che può portare avanti il contratto di governo. E sono particolarmente orgoglioso di questa scelta. Giuseppe Conte sarà un premier politico di un governo politico, indicato da due forze politiche, con figure politiche al proprio interno. E soprattutto con il sostegno di due forze politiche votate. Senza cambi di casacca, senza persone che vengono dal gruppo misto e che entrano in altri gruppi.
Dopo ulteriori consultazioni del Presidente della Repubblica con i presidenti di Camera e Senato, il nome proposto dai leader del MoVimento 5 Stelle e della Lega, Giuseppe Conte, è stato convocato al Quirinale per un colloquio con il Capo dello stato.

Alle 19:30 il professor Conte è uscito dalla sala del colloquio ed è stato annunciato che il capo dello stato gli ha conferito l’incarico di formare un governo e che egli ha accettato con riserva. Nel suo discorso, in accordo con Mattarella, ha ribadito la sua visione europeista e si è proclamato “Avvocato difensore del Popolo Italiano” e quindi, forse – al contempo – sovranista.
Ora non resta che attendere il voto di fiducia di Camera e Senato, sulla base delle intese fra M5s e Lega.
Si spera solamente che il nuovo Presidente del Consiglio non sia – o diventi – un burattino nelle mani dei capi delle forze politiche vincitrici delle elezioni. Come affermato dall’articolo 95 della Costituzione Italiana: “Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile”.
Se ciò dovesse succedere non sarebbe solamente ingiusto e truffaldino nei confronti degli italiani ma violerebbe palesemente la Costituzione.