Il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, si è spento il 15 ottobre a Seattle per complicazioni dovute al linfoma non Hodgkin. Con lui scompare un pezzo della prima generazione Microsoft, ciò che inizialmente era solo un sogno, un’idea di due studenti universitari a metà del loro corso di studi che grazie alla loro intraprendenza hanno ispirato milioni di ragazzi per decenni.
Steve Ballmer dichiara su Twitter: “Paul era una persona incredibile, solare, stimolante – e un grande amico. Mi mancherà. Voglio anche aggiungere che le intuizioni di Paul sono state fondamentali per la creazione e il successo di Microsoft. Per me è stato un grande mentore professionale.”
Satya Nadella, l’attuale CEO di Microsoft, lo ricorda così: “Il contributo che Paul Allen ha dato alla nostra azienda, alla nostra attività e alla nostra comunità è indispensabile. Come co-fondatore di Microsoft, in un modo quieto e persistente, ha creato prodotti incredibili, esperienze, istituzioni e, così facendo, ha cambiato il mondo.”
Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha dichiarato: “Abbiamo perso un grande pioniere della tecnologia – grazie Paul Allen per il tuo immenso contributo al mondo attraverso il tuo lavoro e la tua filantropia”.
Dove tutto è cominciato
Siamo nel 1975. Paul Allen è uno studente ventiduenne dell’università pubblica di Washington e Bill Gates, due anni più piccolo, frequenta Harvard. È in questo anno che i due fondano Micro-Soft, lasciando l’università. Mostrano già dai tempi di scuola l’interesse nello sviluppo software e nei computer, ma è intorno al 1974 che colgono un’occasione irripetibile. La società Micro Instrumentation and Telemetry Systems (MITS) sforna il primo “microcomputer”, che però manca ancora di un vero linguaggio di programmazione. Ed è qui che Paul Allen e Bill Gates si lanciano nella sfida: si presentano dal proprietario di MITS (Ed Roberts) dichiarando di avere un interprete Basic. In realtà, i due non possiedono un interprete Basic e tantomeno un computer Altair, ma lavorando duramente riescono a concludere l’accordo con MITS, dalla quale vengono assunti. Poco dopo viene fondata la Micro-Soft, ovvero Microcomputer Software.

Nel 1976 diventerà ufficialmente Microsoft. Vengono siglati accordi per la vendita del linguaggio con produttori come Apple e Commodore. La società cresce nel tempo: è del 1978 l’iconica foto dei primi dipendenti di Microsoft, come pure l’espansione nel mercato giapponese.

La Microsoft diventa leader mondiale di sviluppo software per computer, è in continua espansione ed è in questo periodo che Steve Ballmer, studente collega di Gates, entra in azienda. L’italiano Federico Faggin fornisce ispirazione per l’introduzione nel mercato della SoftCard, una scheda hardware da installare su Apple II. Un secondo spartiacque per Allen e Gates si verifica nel 1980 quando la IBM cerca un sistema operativo per lanciare l’IBM Personal Computer. Gates compie ancora una volta l’azzardo: garantisce il sistema operativo ad IBM… Che però non esiste. Ma l’accordo viene siglato. È Allen a salvare la situazione, tramite un accordo per acquistare il Quick-and-dirty DOS (QDOS) dalla Seattle Computer, alla quale però viene nascosto il vero motivo dell’affare, il fatto che la IBM sia coinvolta e per quale motivo servirebbe il QDOS. Viene così creato l’IBM Personal Computer DOS 1.0. Sono solo gli inizi. Già nel 1981 la Microsoft Inc. realizza un fatturato di milioni di dollari.

La svolta improvvisa
A Paul Allen viene diagnosticato il linfoma non Hodgkin, che colpisce il sistema linfatico, composto da linfociti e cellule proprie del sistema immunitario. A soli 29 anni si allontana dunque dalla direzione di Microsoft pur rimanendo socio e si dedica ad altre attività.
Conosciamo dunque un altro Allen, che da qui in poi fonderà un’altra azienda che sviluppa software, Asymetrix, poi la Vulcan Ventures, che investe tuttora a lungo termine in aziende pubbliche e private, e la Interval Research Corporation che ha registrato nel suo periodo di attività registra centinaia di brevetti. Diventa dunque proprietario della National Basketball Association (NBA), National Football League (NFL), dei Seattle Seahawks, i Portland Trail Blazers e i Seattle Sounders.

Da sempre impegnato nella filantropia, si impegna per portare il progresso tecnologico e scientifico nel mondo. Istituisce la Paul Allen Family Foundation nel 1986, che nel corso degli anni raggiungerà quasi un miliardo di dollari in donazioni, e la Paul Allen Center for Computer Science and Engineering, finanzia la SpaceShipOne incentrata sui viaggi nello spazio.
Un Allen musicista e… Appassionato di alieni
Forse non lo immaginate, ma Allen ha suonato anche in un gruppo rock, i Grown Men, producendo un disco che si può comprare online. Ha poi fatto costruire un museo (dal particolare design che ricorda delle Fender “sciolte”) in onore di Jimi Hendrix, uno dei suoi musicisti preferiti in assoluto, che oggi è il Museum of Pop Culture di Seattle. Parte delle sue donazioni sono inoltre andate a beneficio del Seti Institute per la ricerca di alieni nello spazio tramite l’analisi di segnali radio!
L’importanza della sua eredità
Allen ci lascia a 65 anni per il peggioramento delle condizioni del cancro. Ci ha insegnato, in quanto studente rivoluzionario, ad azzardare, uscire dagli schemi, seguire l’intuito personale e abbattere ogni limite. Quanti di noi avrebbero oggi il coraggio di andare da una grande azienda, una multinazionale leader nel settore, e tentare di concludere un accordo per un prodotto che dichiarate finito, ma che in realtà non esiste neppure? Allen e Gates, visionari, hanno cambiato le sorti del mondo tecnologico, informatico e perfino domestico. La famosa frase del film “I pirati di Silicon Valley” (1999), che racconta le vicende dei giovani fondatori di Microsoft e della Apple, fa ancora sorridere: «Ma che diavolo può farsene la gente comune dei computer?», pronunciata dal dirigente di HP (Hewlett-Packard), quando Steve Jobs, allora coetaneo di Gates e Allen, coltivava il suo sogno nel cassetto producendo computer nel suo garage.
Conducendo la sua battaglia contro il cancro ci ha insegnato, inoltre, che nonostante la vita sembri crollare a neppure 30 anni, quando hai un brillante futuro davanti e del talento (elementi davanti al quale il tumore non si fa affatto intimorire), bisogna continuare a mettersi in gioco e sfruttare il proprio tempo per stare con le persone amate, realizzare i sogni nel cassetto a qualsiasi età, continuare a dare il proprio contributo.
L’addio di Bill Gates
“Sono devastato dalla scomparsa di uno dei miei più vecchi e cari amici, Paul Allen. Dai nostri primi giorni insieme alla Lakeside School, attraverso la nostra partnership nella creazione di Microsoft, fino ad alcuni dei nostri investimenti filantropici negli anni, Paul è stato un vero partner e un caro amico. Il personal computing non sarebbe esistito senza di lui. Ma Paul non era soddisfatto dall’apertura di una singola compagnia. Ha canalizzato il suo intelletto e la sua compassione verso un secondo atto concentrandosi sul miglioramento della vita delle persone e il rafforzamento delle comunità in Seattle e nel mondo. Gli piaceva dire: “Se qualcosa ha il potenziale per fare del bene, allora dovremmo farlo”. Questo era il tipo di persona che era.
Paul ha amato la vita e coloro che gli stavano intorno, e noi lo amavamo a nostra volta. Meritava molto più tempo, ma i suoi contributi al mondo della tecnologia e della filantropia vivranno nelle generazioni future. Mi mancherà tremendamente.”