Se in Città di Carta sulle mappe esistevano città inesistenti nella realtà, su Google non esistono strade che nella realtà esistono. Se si cercano sulle mappe le indicazioni stradali per i villaggi e le piccole comunità del Sud Africa, non ci sono risultati: infatti non ci sono strade, ma c’è chi si sta occupando di disegnarle.
Missing Maps
Missing maps – letteralmente “Strade Mancanti” – è un progetto nato nel 2014 mediante la collaborazione della Croce Rossa Americana e Inglese, dei Medici Senza Frontiere, la HOT (Humanitarian OpenStreetMap Team) e altre associazioni umanitarie che si sono aggiunte successivamente.
Il loro obiettivo è quello di mappare le zone vulnerabili dei paesi a rischio di catastrofi naturali, per fornire alle associazioni umanitarie un mezzo attraverso il quale creare piani di evacuazione volti ad aiutare le popolazioni locali in caso di emergenza.
Perché c’è bisogno di mappe
Molte delle zone vulnerabili del pianeta sono infatti povere di strade. Strade, che molto spesso non esistono sulle carte. In caso di emergenza le comunità che abitano in queste zone rischiano di rimanere isolate per l’impossibilità dei mezzi di soccorso di accedere nelle aree dove c’è bisogno di aiuto. Nel peggiore dei casi, rischiano invece di non poter nemmeno comunicare la loro situazione, quindi di rimanere completamente isolate dal mondo, senza che nessuno sappia della catastrofe avvenuta in quei luoghi. Missing Maps punta a rendere le persone invisibili visibili. Nel mondo sono infatti più di 20 milioni le persone che vivono in comunità vulnerabili, distribuite in paesi tra cui Sud Africa, Bangladesh e Zimbabwe.
Creazione delle nuove mappe e Piani Salva Vite
Le mappe vengono disegnate da volontari di tutto il mondo (Armchair Mappers) che dal loro computer personale, mediante le immagini satellitari, tracciano le strade su OpenStreetMaps, evidenziando gli edifici e le aree “urbane” visibili dal Satellite.
Successivamente l’organizzazione di Missing Maps lavora con gli abitanti di questi luoghi o con le persone che hanno familiarità con essi. Lo scopo è quello di raccogliere informazioni il più dettagliate possibili, riguardo la collocazione degli edifici, i punti di accesso, la capienza, il tipo di struttura, e altre informazioni utili.
Infine, una volta che le mappe sono state create, intervengono le associazioni umanitarie, nel creare piani di evacuazione per la riduzione del rischio ambientale, volti a migliorare – e a salvare – la vita delle persone che abitano in queste aree.
I volontari
I Volontari, i cosiddetti Armchair Mappers, sono persone ordinarie. Studenti, impiegati: chiunque può dare una mano. Sul sito ufficiale di Missing Maps ci sono le indicazioni per iniziare a disegnare le mappe. C’è la possibilità di creare mappe per conto proprio e di partecipare/organizzare delle Mapathon, ovvero dei gruppi di persone che si occupano di mappare una stessa zona, in modo da fornire informazioni più dettagliate riguardo ad una determinata area. Inoltre il proprio sostegno può essere offerto anche attraverso donazioni, volte a rendere autonome le comunità delle zone interessate nel creare le loro mappe.