Il concetto di Comunità è sempre stato fondamentale per la società. Fare parte di un gruppo, infatti, è un bisogno essenziale per gli esseri umani, perché l’aggregazione è indispensabile per creare una connessione con le altre persone. Sentirsi parte di una Comunità significa sviluppare interessi e passioni, condividere ideologie e opinioni, instaurare un confronto attivo tra tutti i membri della stessa.
Questo fenomeno, tipico della vita reale, è riproducibile anche sul web e in questo modo la Community si svincola dalla sua antica connotazione territoriale e fisica per diventare più immediata e liquida. Di questa trasformazione e di come sia possibile costruire un’interazione online tra diverse persone ne parla con noi Niccolò Campo, ideatore e fondatore di Pensiero Elementare.
Come nasce l’idea di Pensiero Elementare e perché hai deciso di dare questo nome al tuo progetto?
«Pensiero Elementare è un figlio della pandemia, un modo per tenermi impegnato durante i mesi di restrizione, caratterizzati da una minore presenza di esperienze universitarie e sociali. Si tratta, pertanto, di una di quelle idee che nascono per accumulazione di singoli dettagli e intuizioni, i quali mi hanno portato a voler creare una piattaforma dedicata alla comunicazione, allo scambio.
Inoltre, grazie ai vari interventi mediatici che si sono susseguiti in questi mesi, ho avuto modo di riflettere sul fenomeno del c.d. effetto Dunning-Kruger. Quest’ultimo traccia una linea di demarcazione tra colui che sa, ma tace perché vuole approfondire più a fondo la sua conoscenza o perché riconosce i limiti della stessa, e tra colui che non sa e che invece parla con arroganza in quanto non consapevole dei limiti della sua conoscenza.
Il mio Pensiero si definisce proprio Elementare, poiché l’elementarità è indice di umiltà, la mia Community è uno spazio che vuol essere sempre aperto a correzioni, a modifiche e soprattutto non un contenitore articoli, ma un ricettacolo di opinioni. Ogni opinione può essere allo stesso tempo giusta e sbagliata, perché non costituisce né una verità assoluta né una teoria scientifica.
La parola Pensiero, invece, vuole indicare la circolazione di idee che il mio progetto mira a realizzare. Proprio per questo ritengo fondamentale l’utilizzo delle piattaforme social, come Instagram, LinkedIn e il sito web, indispensabili per raggiungere qualsiasi fascia di platea.»
Un veicolo per scambiare idee e opinioni: pensi che questo spazio online possa essere in grado di creare un dialogo genuino tra gli utenti?
«Innanzitutto, attraverso Pensiero Elementare mi sono proposto di fornire al lettore tre diversi tipi di contenuti: si parte dalle Recensioni Elementari, che ritengo fondamentali in quanto i libri rappresentano la linea divisoria tra civiltà e barbarie, per poi passare alle Opinioni Elementari, che non sono dei veri e propri articoli, ma delle visioni che ho circa la realtà delle cose che mi circondano. Infine, ci sono le interviste, perché il massimo atto di umiltà è costituito dall’ascoltare prima di parlare e lo strumento dell’intervista è per l’appunto vòlto all’ascolto.
Sono sempre stato colpito dalla teoria della società liquida di Bauman, società nella quale non c’è un indirizzo, non c’è una bussola. Il mio blog non vuole essere una bussola in grado di indicare la mia sola visione del mondo, al contrario vuole riunire tutte le persone che cercano di costruire la propria bussola personale. Attraverso l’offerta di informazione e di punti di vista, miro a creare uno spazio in cui ognuno si senta come a casa, poiché è sempre più difficile trovare persone con cui condividere questa ricerca di significato.
Umberto Eco sosteneva fermamente che Internet avesse dato “parola agli imbecilli”, nel senso che l’opinione di chiunque nella rete acquisisce uguale valore. Questo però non significa che non sia possibile creare un dialogo autentico che non abbia una dimensione fisica, ma virtuale. Ecco perché il mio spazio vuol essere aperto a tutti, perché le opinioni, se argomentate, possono dimostrare di essere corrette rispetto alle altre.
La genuinità del dialogo dovrà avvenire non solo tra gli autori, ma anche tra i lettori, che non saranno spettatori passivi. Nel nostro Regolamento Elementare il confronto acquisisce una posizione preminente rispetto a tutte le altre attività ed è il principio cardine che permette alla Community di diventare un luogo di cultura, attraverso la documentazione e l’approfondimento di vari argomenti.»
Tra i vari contenuti di cui ci hai parlato ci sono anche le interviste. Cosa ti proponi di raccontare attraverso il loro utilizzo?
«Con le interviste di Pensiero Elementare voglio dare uno spazio ulteriore a persone che hanno già agito, che hanno lasciato un’impronta grazie alle proprie azioni e che quindi possono dare consigli ed essere da esempio per gli altri.
Lo strumento dell’intervista funge a mio avviso da catalizzatore dell’ obiettivo principale che mi sono posto, perché quando si intraprende un’azione nel mondo automaticamente si definisce una direzione, si crea la propria bussola. I lettori potranno calzare i panni degli intervistati all’interno di un’attività di orientamento personale non passiva, bensì attiva.
Mediante il conferimento di esempi, gli utenti confronteranno attivamente il proprio modo di essere con questi ultimi, partendo alla ricerca di se stessi e delle proprie opinioni.
L’obiettivo è quello dell’empowerment, cioè la capacità di dare alla platea stessa voce in capitolo e questo avviene attraverso la produzione di un particolare tipo di contenuti, all’interno di quello che io voglio definire come “Progetto Kushim”(Kushim è la prima firma della storia che ci sia arrivata, contenuta in una tavoletta sumera del 3200 a.C.).
Questo progetto altro non è che un contest di scrittura, dove io offro la possibilità di sottoporre dei contenuti a Pensiero Elementare. Gli scritti che verranno selezionati andranno a creare degli e-book e saranno sia pubblicati sul sito che pubblicizzati sulle nostre pagine social.»