La TAV è una questione che esiste da quando i millenials sono nati, una questione che va avanti da 20 anni. Ma tralasciando chiunque si schieri subito contro perché pensa che tutto ciò che fa il governo sia sbagliato e chiunque sostenga ogni mossa politica senza neanche informarsi, quali sono i motivi che dividono così tanto la popolazione, soprattutto piemontese?
A favore della TAV si possono sottolineare numerosi aspetti. Vi sarebbero infatti più lavoro, collegamenti efficienti, uno sviluppo delle città che vengono attraversate dalla TAV e una grande possibilità di spostamento rapido. La sponda a favore della TAV si è fatta sentire in piazza Castello, a Torino, perché vuole che la città non si chiuda, che continui a crescere e non rimanga indietro. Milano è una città viva, ha i trasporti, ha la moda, ha le tendenze. Nei decenni è stata in grado di valorizzare ogni granello di ghiaia davanti al Duomo e questo l’ha portata al successo.
E la nostra città del toro, dei gianduiotti, delle Porte Palatine, del Museo Egizio, e molto altro, non è in grado di vivere a un decimo della potenza di Milano. Quello che vogliono i “Sì-TAV” è far in modo che Torino sia rivalutata, che sia visitata, che goda del successo e dell’importanza che merita grazie anche a un treno che collega Torino con la Francia in modo efficace: in 4 ore si potrebbe arrivare a Parigi.
Tra i pro a favore della TAV c’è anche l’ecosostenibilità. Il treno inquina molto meno dell’aereo, e, potendo raggiungere Parigi da Porta Nuova a Gare de Lyon, favorirebbe l’uso dei binari. Inoltre, per quanto riguarda l’emissione dei gas serra, porterebbe a una forte diminuzione. La maggior parte della costruzione sarebbe scavata nella montagna per non rovinare l’ambiente montano. Degli 87km sul territorio italiano solo 10km si troverebbero all’aperto.
Tra i punti critici in merito alla TAV ci sono la dubbia utilità di quest’opera. Esiste già l’autostrada del Frejus e il servizio TGV che viaggia sulla Linea Storica e secondo alcuni dati non c‘è una così forte affluenza di passeggeri per e da Lione. I costi di costruzione in Italia sono molto superiori a quelli esteri. Scoraggiano quindi la costruzione delle linee Alte Velocità, che porterebbe ad avere un rapporto costi-benefici in passivo non per pochi anni.
Guardando la realtà, oltre alle opinioni della popolazione, anche i governi sono diventati scettici. Si chiedono se davvero convenga ancora costruire questa linea e per ora si devono aspettare i numeri dell’analisi costi-benefici per capire cosa convenga fare.
I lavori e i cantieri già incominciati, se non si portasse a termine l’opera, verrebbero distrutti. Si perderebbero perciò altri soldi invano. Di certo, comunque si concluda il dibattito, la vicenda ha dimostrato la pericolosità di calare dall’alto simili progetti, senza aver prima consultato le realtà territoriali.
Per una cosa avrebbe senso protestare: avere delle risposte che non siano posticipate di mesi in mesi, ottenere almeno qualcosa da questi anni passati tra i sì e i no, poter dire di aver conquistato qualcosa almeno per una volta.