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Overshoot Day, il giorno in cui siamo in debito con la Terra

Se dovessimo continuare con i ritmi attuali sarebbero necessari 2,8 pianeti, per soddisfare i bisogni mondiali.

L’Overshoot Day è il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse del pianeta. Da quel momento, ogni utilizzo degli ecosistemi andrà a definire il debito ecologico terrestre. Questo perché la Terra ha terminato la propria capacità rigenerativa annuale.

I dati sono stati riportati dal Global Footprint Network, organizzazione di ricerca internazionale che calcola tale giorno in base a due indicatori. Il primo è l’impronta ecologica umana: l’ammontare di area terrestre e marittima necessaria a produrre risorse da consumare e a smaltire i rifiuti prodotti dalle attività umane. Il secondo è, invece, la biocapacità: l’area biologica-produttiva che consente agli ecosistemi di rigenerare le proprie risorse.

Per avere il risultato esatto, basta poi fare il rapporto fra questi indicatori e moltiplicare quello che si è ottenuto per 365.

Quest’anno, tale data è stata – almeno per l’Europa – lo scorso 10 maggio, ben prima di arrivare a metà 2019. Per il nostro paese invece – per l’anno in corso – 5 giorni dopo, ovvero il 15 maggio.

Dal 1970, cioè da quando si è incominciato a calcolare l’overshoot, l’uomo è riuscito a far spostare questo giorno di circa 7 mesi. Infatti il primo superamento si ebbe il 29 dicembre 1970.

Il consumo eccessivo è, quindi, un serio problema. Porta a sfruttare la natura senza che essa abbia abbastanza tempo per rinnovarsi. Non ci permette di soddisfare la nostra volontà di acquisire risorse naturali senza deturpare l’ambiente in cui viviamo.

Si stima infatti, che se dovessimo continuare con i ritmi attuali sarebbero necessari 2,8 pianeti, per soddisfare i bisogni mondiali e, 4,6 paesi grandi come l’Italia, per soddisfare quelli italiani e mantenere il nostro stile di vita. Se si vuol vivere consapevolmente, sul sito www.footprintcalculator.org, si può scoprire la propria impronta ecologica.

Ciò è insostenibile per il pianeta poiché, almeno secondo le stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 la popolazione globale sarà di circa 10 miliardi di persone e si avrà una grande difficoltà nel reperire risorse.

Anche per queste ragioni, il 24 maggio, ragazzi e adulti di tutto il mondo sono scesi in più di 2000 piazze – in occasione del Secondo Sciopero Globale per il Futuro – per ribadire ai governi la necessità di risolvere la crisi climatica e di promuovere stili di vita che non siano eccessivamente di impatto per il pianeta Terra e i suoi fragili ecosistemi.