Lo sapevate che in Italia le tartarughe marine sono tra le specie più a rischio nel nostro mare? E perché la loro vita è messa così a dura prova? Ce lo spiega Luana Papetti, socia fondatrice e referente scientifica dell’associazione TartAmare Onlus.
Chi siete e com’è nata TartAmare?
TartAmare è un’associazione non profit che in Toscana si occupa di proteggere, curare e riabilitare gli esemplari di tartaruga marina che popolano i nostri mari. Nata grazie all’idea di alcuni volontari amanti della natura, del mare e soprattutto del rispetto e della conservazione dell’ambiente, essa ha sede operativa a Marina di Grosseto (GR). É proprio qui che è stato costruito il centro di recupero per la cura e la riabilitazione delle tartarughe marine, con il sostegno da parte del Comune di Grosseto e della Regione Toscana.
L’attività del nostro centro inizia nel 1993, a seguito di diverse segnalazioni da parte dei pescatori del luogo che rinvenivano sempre più spesso tartarughe in difficoltà intrappolate nelle reti. Dal 2000 a oggi, grazie all’impegno dei nostri professionisti, sono stati curati e rilasciati in natura più di 150 esemplari. Il nostro team è costituito da biologi, educatori, veterinari e numerosi operatori che si impegnano costantemente nella salvaguardia della fauna e della flora degli ambienti marino-costieri.
Quali sono le principali attività che svolgete sul territorio?
L’obiettivo principale della nostra associazione è salvaguardare la popolazione di tartaruga marina Caretta Caretta studiando la sua distribuzione nel Tirreno Settentrionale e nel litorale toscano. Per fare ciò è necessario partire da accurate attività di campo: la ricerca delle tracce di emersione e di nidificazione delle femmine, la messa in sicurezza dei nidi rinvenuti, il monitoraggio delle schiuse e la raccolta del materiale biologico post-schiusa.

Un costante pattugliamento è necessario se si considera che i siti riproduttivi sono costantemente minacciati non solo da pericoli naturali, quali la predazione da parte di animali selvatici o l’erosione costiera, ma anche dal turismo e dall’urbanizzazione delle coste, senza contare il ruolo fondamentale giocato dal riscaldamento climatico, il quale interferisce con i delicati meccanismi biologici.
Inoltre l’associazione organizza numerosi seminari formativi, tirocini, campi di ricerca e conferenze aperti a tutti i cittadini, volti a una maggiore sensibilizzazione verso il patrimonio naturale e culturale della nostra area. A tal proposito è importante segnalare i nostri laboratori didattici per i più piccoli, attraverso i quali fare esperienza formativa con giochi, prove ed esperimenti.
La Caretta Caretta nel Mediterraneo: perché è una specie ormai a rischio estinzione nei nostri mari?
La tartaruga marina Caretta Caretta è tra i Cheloni marini la specie maggiormente diffusa e segnalata nel Mar Mediterraneo. Le più importanti aree di nidificazione sono localizzate in Grecia, Cipro, Turchia e Libia, mentre più limitatamente la si rinviene lungo le coste di Siria, Libano, Egitto e Italia.
Oltre ai normali rischi dovuti alla presenza di predatori naturali e infestazioni di microrganismi, le tartarughe sono seriamente minacciate dalle attività umane, tra cui il disturbo del turismo invasivo, la cementificazione, il degrado delle coste e dei litorali prescelti per la nidificazione.
Un altro grande problema è costituito dai sistemi di pesca quali l’utilizzo delle reti a strascico e delle reti fisse, che finiscono col catturare accidentalmente le Caretta Caretta uccidendo più di 40.000 esemplari l’anno. Un ruolo chiave è poi giocato dall’inquinamento delle nostre acque. La presenza di plastica soffoca gli organismi viventi che la ingeriscono e compromette sia la sopravvivenza in mare che le nidificazioni.
A questo triste quadro bisogna infine aggiungere ulteriori minacce, quali la caccia, il bracconaggio e gli effetti drammatici del riscaldamento globale, che stanno avendo un impatto devastante su tutta la fauna selvatica.

Ecco perché è diventato fondamentale salvaguardare le tartarughe, animali che svolgono un ruolo chiave negli ecosistemi marini. Esse popolano la Terra da più di 100 milioni di anni e sono fondamentali per i nostri mari, da cui tutti dipendiamo.
Contribuire alla causa è semplice e informarsi anche: basta visitare il sito www.tartamare.org,dove sono presenti tutte le informazioni utili per partecipare attivamente o contribuire attraverso donazioni, utilissime per sostenere il lavoro di tutti gli operatori. Il mare è da sempre la nostra casa comune, salviamo insieme le tartarughe marine.