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Vogue e Harry Styles giocano con i vestiti

Quando i vestiti uniscono binarismo di genere ed espressione personale

NEW YORK, NEW YORK - MAY 06: Harry Styles attends The 2019 Met Gala Celebrating Camp: Notes on Fashion at Metropolitan Museum of Art on May 06, 2019 in New York City. (Photo by Theo Wargo/WireImage)
Un evento chiave e significativo

Per la prima volta in 127 anni dalla nascita della famosa rivista di moda Vogue USA, compare sulla copertina un uomo da solo: Harry Styles.

In questo ultimo periodo sta finalmente nascendo l’idea che non siano i vestiti a determinare l’identità di genere di una persona e sta spopolando, soprattutto tra i personaggi famosi, la concezione di gender fluid look.

Le critiche sui social

Sui social, però, si sono scatenate critiche e polemiche che accusano Harry Styles e Vogue di distorcere l’ideale di virilità degli uomini, come l’attivista americana repubblicana Candace Owens che twitta:

Non esiste società che possa sopravvivere senza uomini forti. L’Oriente lo sa bene. In Occidente la costante femminilizzazione dei nostri uomini, proprio nello stesso momento in cui il Marxismo viene insegnato nelle nostre scuole, non è una coincidenza. Ridateci gli uomini virili”

Come se la virilità di un uomo potesse misurarsi con i vestiti che indossa, mentre il cantante e la rivista stavano semplicemente giocando con i vestiti.

La concezione della “virilità” maschile

È curioso notare come l’idea di virilità maschile sia un fenomeno molto sentito tra le persone, considerando l’accettazione generale nel vedere una donna che indossa abiti considerati “maschili”; e lo stesso vale anche per i capelli e il trucco.

È negli anni ’70 e ’80, grazie a personaggi come David Bowie con gonna e vestiti attillati, Annie Lennox in giacca e cravatta e Boy George con il suo iconico taglio di capelli e stile esotico, che la concezione di vestito da donna e da uomo ha subito una grande trasformazione.

Sebbene destinata a cambiare negli anni successivi, oggi la libertà di esprimersi è ben visibile dalle passerelle alle vie della città, dagli stilisti di alta moda ai cittadini comuni.

Inoltre, questo trend è alla base dell’accettazione di una visione non binaria del genere maschile e femminile, che è costituito da tantissime sfumature più che da un’identificazione in bianco e in nero.

La fluidità di genere viene così esternata con i vestiti e il look che ognuno indossa mostrando a tutti la propria identità.

Una battaglia ancora in corso

Un tempo, vestirsi in modo eccentrico, diverso, non ordinario era un modo per attrare l’attenzione e il dissenso, a esclusività di personaggi famosi come cantanti e attori. In questo preciso momento, la possibilità di vestirsi e mostrarsi con abiti non convenzionali sta diventando socialmente accettabile, sebbene ci siano ancora delle remore nei confronti di alcune categorie sociali.

Se la prima battaglia per potersi vestire liberamente l’hanno condotta le donne a metà ‘900 usando i pantaloni per affermare l’uguaglianza lavorativa e sociale, adesso la nuova battaglia è eliminare il concetto di binarismo di genere anche tramite i vestiti e gli accessori come forma di espressione e di emancipazione.

Non sarà una conquista esclusiva delle donne ma di tutti quanti come cittadini liberi di essere quello che vogliamo.