Officina Magazine
Magazine online d'attualità e opinioni

We Are Who We Are

Un affresco sullo stato della gioventù odierna e sulla sessualità

Luca Guadagnino è un pittore che, in una giornata di nuvole e di vento, decide di stabilirsi a piedi nudi sul bagnasciuga della spiaggia chioggiotta per catturare sulla propria tela, con tempere rigorosamente liquide, ciò che si colloca tra passato e futuro: l’inafferrabile presente. L’attimo in cui l’acqua dell’onda si increspa e si infrange sulla sponda fatta di sabbia fino al momento in cui essa scorre in avanti e a ritroso per far ritorno al suo spazio vitale, accarezzando la pelle dell’uomo, in un gioco perpetuo di spinte.


«Nella nostra società, è normale ciò che è trasparente, ciò che passa inosservato»

La serie racconta i cambiamenti vissuti dalla base militare americana di Bagnoli di Sopra, un paesino vicino a Chioggia in provincia di Venezia, durante la campagna elettorale presidenziale statunitense del 2016 e a seguito dell’arrivo della famiglia Wilson costituita dal colonnello Sarah Wilson, che giunge nel paese lagunare come nuovo capo della base, la moglie Maggie Teixeira e il figlio Fraser, un giovane adolescente dal carattere difficile, scorbutico e spigoloso, che ha difficoltà nel relazionarsi con gli altri a causa del carattere stesso e della sua eccentricità.

Durante il primo giorno di esplorazione della piccola città-base, Fraser si imbatte immediatamente in Caitlin, l’altra giovane protagonista della serie, figlia dell’ufficiale Richard Poythress, un uomo duro, convinto repubblicano e fervido sostenitore del modello americano, e di Jenny, moglie dell’ufficiale Poythress e colei che si occupa di accogliere i nuovi soldati arrivati. Fraser rimarrà colpito fin da subito da Caitlin, troverà in lei un’attrazione misteriosa che esula dalla componente fisica e che darà origine a un rapporto che si svilupperà lungo tutto quanto il percorso narrativo: Caitlin cambierà, o meglio, scoprirà sé stessa attraverso la conoscenza che farà di Fraser. Le mutazioni introspettive dei due protagonisti non si rifletteranno solamente nelle loro azioni o nell’apparizione della propria persona, formata dal corpo e dai vestiti, ma influenzeranno tutto il microcosmo costituito da chi abita la base militare, un luogo ferreamente tradizionalista e stereotipato, che diverrà liquido come il mar Adriatico.


«United through diversity»


Scena-spiaggia

Sarà proprio l’acqua a inserirsi e a scorrere lungo le crepe formatesi all’interno della struttura rocciosa, imponente, quasi inscalfibile, degli ideali americani. Ne rappresenta un’analogia visiva l’evolversi del quadro famigliare di casa Poythress: il padre Richard, paladino trumpista incarnatore del motto “Make America Great Again” e protettore degli ideali americani, si ritrova tra le mura abitative una moglie che scopre la propria attrazione omosessuale, ha un figlio che riscopre il passato musulmano della madre e si converte a insaputa del padre stesso e una figlia adolescente sempre stata ligia ai suoi ordini che improvvisamente si ribella alla ricerca della propria sessualità.

È uno dei dieci comandamenti americani presente sul cartello posto all’ingresso della scuola a evidenziare una duplice contraddizione: “United through diversity”, uniti dalle diversità, una frase cardine per l’intera storia, ma stridente per il tipo di valori di cui una parte consistente e, si scoprirà, vincente degli Stati Uniti si farà carico. In questo è esemplificativo il modo attraverso cui l’ufficiale Poythress si comporta nei confronti della madre di Fraser, vista come una minaccia poiché lesbica.

La madre di Fraser, Sarah, è quel tocco di umanità che mancava all’esercito, ma ragiona ancora in termini passatisti, ben distanti dal messaggio di cui si fa carico Guadagnino: ella infatti, riferendosi al suo assistente Jonathan, dice alla moglie: «È il mio tipo, ma non del mio genere», ponendo perciò l’accento sul concetto di genere, un topos, questo, rinnegato e allontanato da Fraser e dagli insegnamenti di cui si fa carico nei confronti di Caitlin.


«Credi davvero che essere un uomo significhi, significhi saper sparare e avere una barba del cazzo?»


Il superamento del concetto di genere sta proprio nell’abolizione delle barriere, dei confini, di una liquidità scorrevole e mutevole costituita dalla molteplicità che forma un individuo e che trova immagine attraverso la scelta del modo in cui (rap)presentare la propria persona; il corpo è materia, e la materia attrae altra materia per mezzo di un amore puro e autentico. Ma sono le componenti che formano l’individuo a fondare il proprio modo di essere e di apparire, che perciò non è vincolato a elementi fisici o simbolici di un dato sesso od orientamento, come dice lo stesso Fraser a Caitlin: «Credi davvero che essere un uomo significhi, significhi saper sparare e avere una barba del cazzo?».

Questa fluidità sessuale, questo scambio di liquidi continuo, non avviene solo tra Fraser e Caitlin, bensì la corrente del mare inonda e travolge l’intero vivere della base militare, sommergendo qualunque stereotipo di normalità. Il modello sessuale proposto dal regista italo-americano sfugge a qualunque tipo di categorizzazione.


«Right here right now» (Qui e ora)


Fraser e Caitlin sono due eroi rappresentanti della Generazione Z, una generazione che continua a vivere in un periodo contrassegnato dalle crisi, dalle crisi dell’autorità, dell’adolescenza, dei legami; una generazione che ha paura di non-esistere, di non lasciare alcuna traccia, alla spasmodica ricerca di un luogo fisico nel quale essere presenti e vivere, vivere a pieno sentendosi parte di una comunità di affetti e non di vivere soltanto individualmente qui e ora (right here right now) in maniera intensa, come appesi a un filo di lana al di sopra di un precipizio, come simboleggia il giovane soldato Craig Pratchett, amico della compagnia di Caitlin, che prima di partire per l’Afghanistan sposa Valentina per lasciare un lascito in terra prima del suo abbandono.

Una generazione che prova a sfuggire dalle maglie della crisi attraverso i divertimenti: il sesso apatico, lo scorrere dell’alcol e l’assunzione di droghe che allievino le sofferenze.


«Oggi i padri sono importanti solo per quelli che non ce l’hanno»


Scena-bus

Una generazione, la nostra, che Guadagnino paragona a quella dei ragazzi andati sul campo di battaglia durante la Prima guerra mondiale attraverso la passeggiata campestre che effettuano Fraser e Jonathan durante una domenica spensierata di festa: Jonathan conduce Fraser alla vista di un sacrario facente riferimento al periodo della Grande guerra del ’15-’18, una struttura che ospita migliaia di militi ignoti, uomini senza più un nome né un’identità, così come i ragazzi della generazione d’oggi.

Le colpe sono dei genitori, assenti, così come testimonia il mea culpa infarcito di dolore e di rimpianto di cui si fa carico Jenny nelle parole che rivolge a Teixeira: «Li abbiamo persi di vista questi ragazzi, non avremmo dovuto distrarci, non dobbiamo mai, mai, smetterli di guardare. Se fai certe cose, paghi le conseguenze». Sull’altro fronte è invece Jonathan a esemplificare la crisi autoritaria e lo scollo genitori-figli, pronunciando a Fraser: «Oggi i padri sono importanti solo per quelli che non ce l’hanno».


«The only love there is, is the love we make»


Luca Guadagnino con We Are Who We Are riesce a catturare e a dipingere le inquietudini giovanili della nostra epoca, offrendo allo spettatore un messaggio di estrema libertà espressiva; ma il discorso anti-conformista condotto rischia di imbrigliarsi tra le catene del consumismo, di una new-economy che si nutre delle spinte reazionarie invocanti libertà e uguaglianza al fine di far crescere un mercato del lavoro e del consumo semplicemente più flessibile e multiculturale agli occhi del consumatore. Il dubbio che questo avvenga permane lungo l’intera visione dell’opera, nell’ostinato product placement presente di grandi catene e di marchi.

Al di là di questo, resta una storia delicata e leggera da seguire, nella quale potersi immergere.